«Il più grande e il più forte» non è solo un fortunato esercizio di equilibrismo per stabilire chi, tra Fausto Coppi e Eddy Merckx, avesse rappresentato lo zenith del ciclismo. E non è nemmeno un elogio all'ambiguità, come suggerisce anche la dubbia paternità della frase stessa, contesa tra Raschi, Goddet e Ormezzano. È, semmai, l'esempio di quanto possa essere difficile stabilire quale Paese sia stato il migliore alle Olimpiadi parigine, al di là di ciò che schematicamente racconta il medagliere. La matematica non è un'opinione quando afferma che l'Italia è nona nel computo generale con 40 podi e che Usa, Cina e Giappone occupano i tre gradini. Già qui con un distinguo, a dirla tutta, perché gli ori a stelle e strisce sono sì gli stessi (40) dei cinesi, ma il conteggio totale dei metalli dice Stati Uniti 126 e cinesi 91. Nel rapporto aritmetico tra il numero di queste e la popolazione del Paese di riferimento è la differenza: così negli States sono arrivate 0,38 medaglie per milione di abitanti (333 milioni), in Cina il rapporto dice di uno 0,06 che porterebbe la Repubblica popolare (1,4 miliardi) ben lontana dal podio relativo. Secondo questa differente geopolitica del medagliere, la proiezione indica che nessuno avrebbe saputo tenere testa a Grenada (80ma nella graduatoria reale), davanti a La Dominica e Santa Lucia.
A Parigi 2024 hanno preso parte 205 nazioni, 83 di esse sono andate a medaglia, con l'aggiunta della squadra Rifugiati politici: se vale l'assioma per cui un risultato sportivo di rilievo genera turismo e indotto, La Dominica avrebbe di che rallegrarsi: l'isola caraibica è infatti sul gradino alto del podio che conteggia il rapporto tra medaglie vinte e prodotto interno lordo. Basso, si intende, come quello dell'autarchica Corea del Nord di cui però non esistono dati pubblici. Poveri e vincenti, sarebbe insomma la sintesi brutale, con ancora Grenada e Santa Lucia a completare i primi tre posti e suggerire che sole, rhum e mare aiutano a vincere. Che Parigi stimolasse record, in fondo era noto sin dalla precedente edizione del 1900: quella in cui il francese Taillandier vinse la prova di ciclismo su pista, ma fu avvisato solo 60 anni dopo che di prova olimpica si era trattato. In quell'edizione, De Zubiera fu il primo atleta di colore a gareggiare a e vincere un oro con il rugby transalpino, l'inglese Cooper fu invece la prima donna a vincere un oro individuale, nel tennis.
Traguardi distanti dalla realtà odierna tanto quanto sarebbe stato, 100 anni fa, leggere analiticamente che Parigi 2024 ha scattato anche un'altra fotografia: i virtuali Stati Uniti d'Europa, con 4 rappresentanti in top ten (Francia, Paesi Bassi, Italia e Germania) e senza elemosinare alle posizioni 14, 15 e 16 di Ungheria, Spagna e Svezia (ma nemmeno al settimo della Gran Bretagna), arriverebbero per distacco alla prima posizione di ori vinti (55) e podi totali (158). Prima potenza sportiva: più grande e più forte.
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