Il sindaco Beppe Sala prova a frenare (almeno) la fuga dell'Inter dal Meazza visto che il Milan ha già preso la rincorsa. Ieri faccia a faccia con il numero uno di Redbird Gerry Cardinale, proprietario del Milan, per capire se «veramente il club vuole andare in maniera netta sull'Ippodromo La Maura», ossia se davvero intenda azzerare il progetto del nuovo stadio in condivisione accanto al Meazza (che da 4 anni è in un limbo) e costruire il nuovo impianto in un'altra area sempre in zona San Siro. Dopo il vertice a tre con il presidente del Milan Paolo Scaroni e l'ad dell'Inter Alessandro Antonello insomma ha voluto un faccia a faccia ai massimi livelli. E Cardinale è arrivato poco prima delle 18 a Palazzo Marino, accompagnato dal ceo Giorgio Furlani, e se ne è andato dopo mezz'ora scarsa. Avrebbe dettagliato meglio al sindaco il progetto sui terreni de «La Maura», dove intende trasferire anche la sede del club, il settore giovanile e femminile. Cardinale accelera, subito dopo ha incontrato anche il governatore Attilio Fontana, un «incontro a tutto campo» durante il quale ha confermato il piano e prima di Milan-Tottenham avrebbe visionato l'area. Che non è indenne da rischi: è all'interno del parco Sud di Milan ed esiste un vincolo paesaggistico. Ma ci sarebbe già l'ipotesi di un accordo di programma tra Regione e Comune per agire in variante L'attuale proprietà Snaitech ha firmato un accordo preliminare di vendita con Fcma (che sta trattando con i club) ha precisato invece che la vendita non è stata ancora perfezionata ed è «soggetta a diverse condizioni sospensive». Snaitech trasferirà il trotto all'Ippodromo Snai San Siro dove concentrerà tutte le discipline ippiche (il «Teatro del Cavallo»), i lavori si concluderanno entro fine 2023 o inizia 2024, fino ad allora non si potranno smantellare le piste. Ma tra progettazione e permessi, i tempi potrebbero combaciare con i desideri del Milan.
Il club ha chiesto due o tre settimane di valutazione per tornare in Comune con una risposta definitiva ma l'addio al progetto bis su San Siro è a un passo. L'Inter ha chiarito nel caso di avere un piano b fuori Milano. La meta è Rozzano, un terreno di proprietà dei Cabassi quasi al confine con Assago su cui aveva messo gli occhi anche il Milan. Sala tenta un assist per evitare che il Meazza si svuoti, aveva già dichiarato «potrebbe essere ceduto «a una sola squadra a prezzo quasi stracciato», ieri ha ribadito che il suo auspicio è che «l'Inter, pure in una fase transitoria, possa rimanere a San Siro». Il (vecchio) piano A di Milan e Inter prevedeva la demolizione del Meazza.
Sala ha incontrato anche la nuova sovrintendente alle Belle Arti Emanuela Carpani che ha precisato che ad oggi «non ci sono vincoli», quello storico artistico «era stato escluso dal Ministero già a inizio Duemila» e quello storico relazionale, minacciato dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, «era già stato escluso nel 2020». Ma «potrebbe scattare nel 2025», una «verifica di interesse culturale semplice», quando il secondo anello compirà 70 anni. Una spada di Damocle.
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