Cortina d'Ampezzo. Giro di boa del Mondiale, attendiamo la raffica giusta. Il tempo si è finalmente sistemato, le piste sono a posto, perfette, il freddo come garanzia di buona tenuta. Cosa manca? Manca la medaglia italiana. Non arrivata nelle prime tre gare che hanno esaltato soprattutto la Svizzera (anche ieri doppietta di donne sul podio, con Corinne Suter oro e Lara Gut Behrami bronzo), l'Austria (oro di Kriechmayr in superG) e la Germania, che dopo l'inatteso argento di Baumann si è presa quello ancora più sorprendente di Kira Weidle nella discesa femminile.
A secco come l'Italia c'è anche la Norvegia, che per infortunio ha perso per strada molti dei suoi atleti migliori e con il veterano Jansrud che non sembra in grado di confermare il titolo vinto due anni fa. Nella discesa maschile (oggi alle 11, Rai Sport) c'è Dominik Paris in cima alla lista assieme a Beat Feuz e agli austriaci Mayer e Franz, più Kriechmayr outsider di lusso. La pista, nuova per tutti, non darà ai senatori della specialità il vantaggio dell'esperienza, occhio quindi alle sorprese, possibili da parte del tedesco di turno (Sander o il giovane Jocher?) e, si spera, anche dei tre italiani che saranno al via assieme a Paris: Innerhofer, Marsaglia e Schieder, ieri velocissimo nella seconda prova, conclusa con un coro di approvazione per le modifiche fatte al tracciato. Ora, perlomeno, si può definire discesa. Anche se nessuno si straccia le vesti per l'entusiasmo, si dovrà andare forte per vincere e salire sul podio.
Paris ieri ha mostrato le sue carte, sono ottime. Anche l'umore e lo sguardo erano quelli giusti, la neve è dura come piace a lui, la risposta degli sci sembra buona, la visibilità non mancherà, insomma tutti i pezzi sono al loro posto per permettergli di fare una gran gara e salire sul podio che meriterebbe, solo per il fatto di essere il discesista in attività con il maggior numero di vittorie in coppa del mondo. Diciamolo, è lui il favorito. L'infortunio è finalmente alle spalle, dopo la vittoria di Garmisch di una settimana fa non se ne parla proprio più, Domme sta bene ed è bello carico. Pronto. Anche con la battuta a chi gli chiede se senta la responsabilità di dover portare all'Italia la prima medaglia.
«Responsabile per l'Italia è Rinaldi (il direttore agonistico), io faccio l'atleta, penso per me e proverò ad andare il più forte possibile». All'Italia una medaglia in discesa manca dal 2013: fu proprio Dominik a vincerla a Schladming, secondo dietro Svindal.
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