Per Davide Cassani il sogno azzurro è finito. Non ci sarà nessun nuovo incarico, non che il presidente Federale Cordiano Dagnoni non gliel'abbia proposto, ma perché l'ex Ct romagnolo ha deciso di non accettare la carica di direttore generale della Ciclistica Servizi, vale a dire l'organo operativo della Federazione Ciclistica Italiana. Una sorta di contenitore nel quale potevano confluire, per esempio, le gare che Cassani già segue in prima persona, come il Giro d'Italia Under 23 e il Giro di Romagna per Dante Alighieri, per fare un esempio, e altri progetti di cui il dirigente romagnolo potrebbe occuparsi in prima persona. «Io sono un uomo di campo, per non dire di strada, che ama lavorare in mezzo ai ragazzi, non dietro ad una scrivania spiega Cassani -. Mi spiace tantissimo dover dire di no, ma io mi conosco e non posso fare una cosa che non ho nelle mie corde».
Domenica sera la telefonata al presidente Dagnoni per comunicargli la decisione presa «ma anche per ringraziarlo per avermi permesso di portare a termine il mio lavoro, sia agli Europei (vinti da Colbrelli, ndr) che ai mondiali di Lovanio (10° posto sempre con Colbrelli, ndr) e per avermi in ogni caso offerto un ruolo di assoluto prestigio».
Fine dell'avventura azzurra, iniziata a gennaio del 2014 e costellata da quattro titoli europei consecutivi, due mondiali della crono con Ganna, un argento mondiale con Trentin, un oro olimpico della pista a Rio con Viviani. «Insomma, qualcosa abbiamo fatto», dice con orgoglio il romagnolo, che ieri ha anche scritto una lettera al Presidente e a tutto il consiglio Federale.
Per quanto riguarda il ruolo di C.T. non è un mistero che ci sia in pole l'ex pro' arenino Daniele Bennati. «È stato in più di un'occasione il mio regista in corsa aggiunge Cassani -: sarebbe la persona ideale per ricoprire un ruolo come questo».
E il presidente Dagnoni? Ieri presente alla Coppa Agostoni (vittoria del
29enne Lutsenko davanti a Matteo Trentin, ndr) ha commentato: «È chiaro che mi dispiaccia, però non posso obbligare nessuno a fare quello che non sente di fare. Andremo avanti anche senza Cassani, al quale auguro ogni bene».
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