L'Inter, che oggi compie 113 anni, ha vinto una partita fondamentale in chiave scudetto. La squadra di Antonio Conte, infatti, ha regolato per 1-0 l'ostica Atalanta di Gian Piero Gasperini grazie ad un gol di Milan Skriniar e ad una difesa impenetrabile che per 40 minuti ha difeso con le unghie e con i denti un risultato preziossimo lasciando il pallino del gioco in mano alla Dea ma subendo pochissimo. Nonostante la vittoria pesantissima e i 62 punti conquistati con il più sei su Milan di Stefano Pioli c'è' qualcuno che non ha gradito il successo maturato contro l'Atalanta: Antonio Cassano.
Il veleno di FantAntonio
Antonio Cassano è ormai da mesi molto critico nei confronti dell'Inter, e in particolare di alcuni calciatori nerazzurri, vedi Romelu Lukaku e Nicolò Barella e di Antonio Conte. Anche questa volta l'ex talento di Bari Vecchia non ha lesinato bordate al veleno nei confronti della sua ex squadra, di cui in teoria è anche tifoso: "L'Atalanta meritava di vincere, l'Inter non ha mai tirato in porta. L'Inter non può ogni volta giocare dietro la linea della palla senza avere il pallino del gioco", inizia così il tackle del 38enne ex Roma, Bari, Sampdoria e Real Madrid ai microfoni di Bobo Tv.
Cassano ha poi concluso con la sua "analisi tattica" sull'Inter affermando come in nerazzurri non giochino bene a calcio:"È facile fare la partita col Parma, col Genoa e col Bologna, ma quando si alza il livello fa fatica. L'Inter ha giocato nella sua metà campo, sempre in difesa, nonostante la differenza enorme di nomi". FantAntonio ha poi riconosciuto i meriti della leadership nerazzurra in Serie A e ha poi punto Antonio Conte: "È meritatamente prima in classifica per quello che ha fatto negli ultimi due mesi e vincerà lo Scudetto ma non posso accettare che giochi con 10 uomini dietro la linea della palla, in casa. Fossi stato in campo dopo 20' mi sarei fatto cambiare".
Critiche e attacchi
Negli ultimi mesi Cassano ha spesso riservato stoccate al veleno all'Inter, soprattutto ad Antonio Conte, nella querelle con Christian Eriksen oggi completamente recuperato e al centro del progetto ma anche verso due dei giocatori più rappresentativi come Romelu Lukaku e Nicolò Barella. "Al posto dei piedi ha due merluzzi", questo il pensiero dell'ex attaccante del Milan nei confronti del gigante belga che ha finora segnato 58 reti in 84 partite disputate con l'Inter.
Cassano non è stato nemmeno tenero con Nicolò Barella, uno dei centrocampisti più forti in circolazione: "Per quale motivo dovrei cambiare opinione? Può stare in una grande squadra, ma non mi piace. A piacciono le opinioni di tutti, ma resto delle mie: poche volte mi tiro indietro. Il mio prototipo di giocatore ha grande qualità e intelligenza: Barella può stare in una grande, ma non mi piace e non mi esalta".
Punti di vista
L'Inter di Conte ha vinto 19 partite sulle 26 disputate in campionato. Cinque i pareggi contro Atalanta, Lazio, Roma, Parma e Udinese, due le sconfitte nel derby d'andata contro il Milan e contro la Sampdoria dell'ex Ranieri. I nerazzurri hanno spesso avuto in mano il pallino del gioco ma nelle ultime due sfide vinte contro Lazio e Atalanta per 3-1 e per 1-0 hanno preferito lasciare l'iniziativa agli avversari per non concedere la profondità ripartendo in contropiede.
L'Inter ha però anche dimostrato di saper costruire alla grande il gioco partendo dal portiere fino ad arrivare agli attaccanti e con pochissimi tocchi (il secondo gol nel derby ne è una testimonianza). Sapersi adattare all'avversario è forse il grande merito di Conte che un po' come Mourinho ha chiesto grande spirito di sacrificio ai suoi calciatori (indimenticabile il ruolo da terzino di Samuel Eto'o nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona di Messi disputata al Camp Nou).
63 gol realizzati con il miglior attacco della Serie A, seconda miglior difesa, miglior differenza reti, maggior numero di partite vinte in campionato, sono questi alcuni dei numeri da record che hanno portato l'Inter in vetta alla classifica e ora che mancano 12 giornate i nerazzurri non si vogliono più fermare.
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