Jacobs 992 e Ali 996: l'atletica azzurra vive un'altra giornata storica. Dopo la scorpacciata di medaglie agli Europei di Roma, le Frecce Tricolori bussano al mondo come a dire: «Ci siamo anche noi». Non era mai accaduto che due azzurri scendessero insieme sotto i 10 secondi nei 100 metri. A Turku, in Finlandia, nella tappa Gold del Continental Tour Jacobs infrange due volte il muro dopo due anni: prima con il 999 (+1.4) in batteria, poi con il 992 (+1.5) in finale. Il poliziotto gardesano non correva sotto i 10 da due anni (995, agosto 2022) e più veloce di così era andato solo a Tokyo (984 in semifinale, 980 in finale). Per Marcell, il 992 è il terzo crono della carriera nonché il quinto crono mondiale dell'anno. C'è inoltre lo standard olimpico per la gara individuale di Parigi, dove difenderà il titolo vinto nell'Olimpiade giapponese. E con queste premesse, dopo un periodo di dubbi, la fiducia sale e anche di molto
Ma con lui c'è anche un altro velocista, quel Chituru Ali sceso per la prima volta sotto i 10: il comasco delle Fiamme Gialle, che in batteria aveva realizzato un 1001 ventoso (+3.8) stampa un fenomenale 996 e diventa così il secondo azzurro più veloce di sempre, superando in un colpo solo Filippo Tortu (999 nel 2018) e Pietro Mennea (1001, 1979). Dopo la finale di Roma corsa con il personale di 1005, Chituru (si pronuncia Citru) si migliora di nove centesimi. È il caso di dirlo: Chituru vola letteralmente sulle Ali dell'entusiasmo e con lui tutta la velocità tricolore, che ha scritto una pagina memorabile di storia proprio nello stadio intitolato a Paavo Nurmi, il «finlandese volante» del mezzofondo.
Dominanti i nostri sprinter, primo e secondo come agli Europei davanti al campione olimpico dei 200 De Grasse che firma un 10 netti di tutto rispetto. Il risultato cronometrico del canadese, che si allena con Marcell, conferma la bontà del lavoro del team di Rana Reider, coach di Jacobs dallo scorso autunno dopo la separazione da Paolo Camossi, il tecnico che lo ha portato a diventare re di Olimpia. «Sono veramente contento - dice il bresciano -. Io mi sento un po' il fratello maggiore di Chituru. Abbiamo fatto una gara incredibile, questo è solo l'inizio di una grande stagione». Incredulo Ali: «Quando è uscito 9.96 non ci potevo credere, Marcell mi urlava: hai visto cos'hai fatto?. È stato clamoroso».
Si è rivisto un Jacobs dei giorni migliori, che in un'ora corre due turni riuscendo a migliorarsi come invece non era accaduto all'Europeo romano. All'ultimo atto, stavolta, il campione olimpico spinge sin dalla partenza, riesce a mettersi in moto dopo 20 metri ma è dai 50 metri che è devastante.
Meno fluida è l'azione di Ali, autore però di una fantastica partenza e di uno sprint di potenza pura. La sensazione è che entrambi abbiano ancora grandi margini di miglioramento, forse da sfoderare quando più conta, ossia a Parigi.
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