Al Tour con il distanziamento e le mascherine, si come no. Assembramenti e tifo da stadio sul col de Peyresourde, in modalità Tour, con spettatori scalmanati e incontrollati che fanno quello che vogliono, altro che controllo. Tanti, tantissimi con la mascherina sul volto, ma molti troppi che vanno urlanti e indemoniati ad un passo dai corridori che sotto sforzo non solo si trovano questi pazzi da evitare come la peste, ma con la bocca spalancata per lo sforzo devono anche pregare il signore di non dover intercettare o aspirare qualche gocciolina (leggi droplet) maligna.
Il Tour è grande e può qualsiasi cosa. Chiede il rispetto della bolla e il distanziamento sociale. Non consente alle mamme, papà o fidanzate di andare a trovare negli alberghi i corridori o parte dello staff, ma permette che gli sportivi o pseudo tali si assembrino allegramente e massivamente in cima ad una montagna, senza che nessuno cerchi o provi ad arginare questa follia collettiva.
Succede anche questo in un Tour nel quale succede di tutto. Solo una tappa di noia, per il resto solo spettacolo e grande agonismo, ma ieri abbiamo assistito increduli ad uno spettacolo che pensavamo in un momento delicato e di emergenza pandemica come questo di non dover vedere. Tamponi ogni quattro giorni per tutti (anche per i giornalisti al seguito, pena allontanamento), obbligo di rispettare ogni tipo di regola e poi si consentono cose di questo genere: sembra di essere finiti di colpo su scherzi a parte, ma il problema è che non c'è nulla di cui scherzare, la questione è maledettamente seria. È tutto vero, in questo Tour dove i francesi si confermano grandi, ma evidenti e imbarazzanti sono anche le loro lacune.
Detto questo, ieri abbiamo assistito alla prima tappa pirenaica: bellissima. Arrivo a Loudenvielle, dove nel 2003 vinse Gilberto Simoni. Ieri è la volta del transalpino Nans Peters (Ag2R La Mondiale), 26 anni, primo ad Anterselva al Giro 2019. Il migliore dei big è Tadej Pogacar, che dopo aver perso l'altro ieri 1'21 nella giornata dei ventagli tira dritto dopo l'attacco sul Peyresourde e al traguardo lo sloveno della Uae Emirates guadagna 40 sulla maglia gialla Adam Yates, che resta al comando della classifica, e sul gruppo dei migliori con Roglic, Bernal, Quintana, Lopez, Landa e Guillaume Martin. Il migliore degli italiani è Damiano Caruso, insostituibile e preziosa spalla per Mikel Landa. Giornata da dimenticare per Thibaut Pinot e Fabio Aru: il loro ritardo alla fine è di quasi 20'.
Ritiro per il campione d'Italia e d'Europa Giacomo Nizzolo e Diego Rosa.Oggi nona tappa, che precede riposo di domani. Pau-Laruns, km 153, con il Col de Marie Blanque a 18 dall'arrivo: salita di 7,7 km all'8,6% e punte del 12%.
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