La sola cosa confortante è stato l'omaggio che lo stadio ha riservato prima a Wojciech Szczesny, per il suo giro d'onore e dopo a Totò Schillaci, nel minuto di ricordo. La partita è stata un classico del campionato italiano, lenta, modesta, disarmante, irritante, affollata di imprecisioni e paure, di entrambe le squadre. Se Juventus e Napoli pensano di molestare l'Inter e candidarsi al titolo dovranno cambiare passo, faccia e comportamento ma la partita di Torino ha segnato la bocciatura clamorosa, sul campo, dei due supermilionari, Vlahovic e Lukaku. Il serbo è stato liquidato da Thiago Motta nello spogliatoio, durante l'intervallo, a seguito di tre quarti d'ora indisponenti, pieni di scarabocchi e la scelta dell'allenatore preannuncia una stagione a rischio per il centravanti che ha una sola fortuna, non c'è al momento una alternativa, Milik, ho detto Milik, è lungo degente e Motta è stato costretto ad inventare Weah prima punta, sosia di Kean. Lukaku ha fatto presenza e basta, mai in partita, poco servito, così, dopo 70', il suo amante esclusivo, Antonio Conte, sentendosi tradito lo ha tolto dal nulla. Pure Kvara ha pagato la gnagnera generale, nella quale soltanto a tratti hanno dato segni di vita Yldiz e McTominay, entrambe le squadre hanno avuto paura di perdere, dimostrando un limite chiaro, enorme, di carattere, di personalità e infine, di gioco. Thiago Motta è al terzo pari senza gol, a Torino va di moda il granata di Vanoli che ha due punti in più del sedicente squadrone bianconero, il tecnico oriundo decida che fare da grande, la Juventus non è il Bologna e nemmeno lo Spezia, se Douglas Luiz non è degno di giocare nemmeno un minuto in una gara così lenta significa che c'è dell'altro, e serio, così Danilo.
E se Vlahovic è un problema si studino soluzioni tattiche differenti perché Weah falso nove è roba da dilettanti allo sbaraglio. Conte sa che il coraggio non sta soltanto negli strilli a bordo campo, il Napoli ha un potenziale diverso da quello visto ieri. Stasera il derby, sperando di non addormentarci di nuovo.
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