«Qui non è Hollywood» cantavano i Negrita. Un brano che si addice perfettamente ad Alessandro Gabrielloni, che sulla carta potrebbe apparire quasi un intruso nella parata di stelle cinematografiche (Keira Knightley, Michael Fassbender e Adrien Brody gli ultimi in ordine di apparizione) che fanno capolino ogni settimana al Sinigaglia e di grandi firme ingaggiate in estate (Belotti, Nico Paz, Reina ecc) per rinforzare il Como. Eppure l'attaccante classe 1994 ha dimostrato di potersi ritagliare uno spazio importante anche in Serie A. Mica male per chi ha debuttato nell'Olimpo del calcio italiano solamente all'età di 30 anni e dopo una lunghissima gavetta tra i Dilettanti. Il numero 9 in riva al Lago è un idolo: Gabriello, come è soprannominato, ha accompagnato la scalata dei lariani dai Dilettanti (unico superstite). Questa, infatti, è l'ottava stagione del centravanti marchigiano a Como. Gabrielloni domenica sera ha steso la Roma con un gol e un assist, entrando nella storia del calcio italiano visto che è il quinto giocatore ad aver segnato con la stessa maglia in tutte le categorie dalla Serie D alla A. Ale-gol ha trascinato i lombardi prima al ritorno tra i professionisti (2019) e poi al salto in B (2021), dove l'anno scorso non era più titolare fisso ma è stato comunque capace di risultare decisivo per la promozione nella massima serie della squadra di Fabregas, che in estate ha voluto trattenerlo come quarta punta.
Una scelta rivelatasi azzeccata anche per le doti di uomo-spogliatoio di Gabrielloni, che è lontano dal cliché classico del calciatore.
Il centravanti jesino, infatti, nel tempo libero legge George Orwell ed è laureato in Economia e Commercio. Sarà forse per deformazione professionale, ma quando c'è in campo il numero 9 i conti per il Como tornano sempre
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