Applausi Reds dopo il ko: lezione inglese ai nostri ultrà

Applausi Reds dopo il ko: lezione inglese ai nostri ultrà
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Com'è lontana l'Inghilterra. Non solo per il volume di affari della Premier e per il campionato da anni più affascinate a livello planetario. Ma com'è lontana anche per il comportamento dei tifosi. Basti pensare a come si sono concluse le due più clamorose eliminazioni della serata di Europa league: da una parte il grande Liverpool sbattuto fuori in malo modo da una provinciale come l'Atalanta, ma rispettato fino in fondo dai suoi tifosi che l'hanno accompagnato a Bergamo. E stiamo parlando di una tifoseria che non è certo quella dell'oratorio di Santa Maria Goretti, ma di gente che in passato ne ha combinate di tutti i colori, dall'Heysel in giù. Dall'altra il Milan eliminato senza attenuanti nel derby con la Roma e processato per direttissima dagli ultrà rossoneri calati all'Olimpico. Forse con la sola differenza che i Reds sono almeno in corsa per il titolo, mentre il Diavolo è proprio fuori da tutto. Com'è brutta però quell'immagine dei giocatori e dell'allenatore a capo chino davanti alla curva, umiliati come dei malfattori, davanti a un tribunale discutibile. E il processo di Roma è un déjà vu, la replica di quello che successe un anno fa a La Spezia, dove Calabria&C. vennero strigliati platealmente dai tifosi. Brutte scene con una sola attenuante, per una curva che generalmente (a differenza di altre molto più critiche) si distingue per un limite di tolleranza nei confronti dei propri giocatori che va oltre le situazioni più imbarazzanti.

Ma questa volta il Milan è riuscito a far indispettire anche loro. Però, se è vero che tecnico e giocatori sono i primi colpevoli, forse la curva avrebbe dovuto chiamare a processo anche i piani alti del club. Ma a questo per fortuna non siamo ancora arrivati.

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