Che malinconia il derby al lunedì sera. Che tristezza vedere grandi squadre, tipo Milan e Juventus, alle prese con allenatori discussi e discutibili. Che finta gioia sapere che l'Inter, prossima alla conquista del titolo di campione d'Italia, abbia una proprietà costretta ad elemosinare denari, dunque prestiti finanziari in giro per l'Europa. Quello che era il club dei Moratti, di una famiglia che ha scritto la storia del football, oggi vive due vite parallele, splendida quella della squadra, dominatrice assoluta, opaca quella della presidenza, a parte la propaganda che la sorregge; gli americani della Pimco, società di investimento con sede a Newport Beach, garantiscono 400 milioni in rata triennale a Zhang che può rifinanziare il debito e restare a capo dell'Inter. È questa la nuova realtà imprenditoriale e finanziaria del calcio, l'euforia per il numero allargato di club della A andrebbe ridimensionata, la gloria non è del «calcio italiano», assente per due volte consecutive al mondiale, ma delle squadre gonfie di stranieri (su 55 titolari delle prime 5 solo 19 i calciatori italiani) e, dunque, la partecipazione alle coppe ha un fondamentale significato economico per far respirare bilanci devastati. Domani, comunque, può accadere quello che è giusto e molti aspettano, però, restando nel settore denari, c'è anche il mini torneo dei disperati, le squadre che devono salvarsi. Sarà importante il ruolo degli arbitri, ogni loro decisione (sbagliata) può rappresentare la svolta di tutta una stagione. Non c'è soltanto il campionato, la coppa Italia martedì a Roma darà analoghe sentenze, la Lazio deve rimontare gol (2) e affetto del suo pubblico, la prima missione non è impossibile, la seconda è improbabile.
La grigia Juventus non può sbagliare, il suo allenatore ha dichiarato che la squadra non ha capacità di intendere (non hanno capito la partita), non male per un ambiente che, in verità, non ha ancora capito che fine abbiano fatto la Juventus, i suoi dirigenti, i suoi calciatori e il suo allenatore.
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