È un vero e proprio grido di dolore quello lanciato sabato sera a Torino da Sergio Conceiçao. E riguarda la sua missione al Milan che si annuncia quasi disperata, di sicuro più difficile e complicata di quanto apparso dopo le prime esibizioni in Arabia. «Sono preoccupato, penso continuamente a cosa fare per cambiare il clima che c'è dentro e fuori dallo spogliatoio» la spiegazione didascalica che dà conto anche di un altro fronte aperto. E che riguarda la contestazione della curva sud verso la proprietà ignorando che è come abbaiare alla luna visto il contratto di Cardinale con il fondo Elliott lungo fino al 2028.
Piuttosto sarebbe utile per il Milan reclamare un investimento maggiore sul mercato di gennaio per riparare ai danni collaterali (Emerson Royal, Morata) compiuti con le scelte di quello estivo. Non è il solo intervento del tecnico portoghese che si assume tutta la responsabilità collettiva perché poi segnala anche quello che fu un difetto denunciato dal suo predecessore Fonseca («sembra di stare sulle montagne russe con il Milan»). «Occorre che ciascuno si faccia un esame di coscienza» è l'espressione usata da Conceiçao che provvede anche a sfatare un altro luogo comune secondo cui alla squadra mancherebbe la benzina (tradotto: la salute fisica).
«Ma benzina di cosa?» chiede stupito l'interessato quando si parla del gruppo sottoposto dal suo staff a un trattamento energico appena arrivato, con due sedute al giorno e di media quella unica giornaliera allungata di 30-45 minuti. È una questione di voglia oppure no, insomma analisi perfettamente resa dalla metafora del frigorifero vuoto («se hai il frigo vuoto senti la fame»). Forse, nei piani di Conceiçao, c'era l'esigenza di compiere una sorta di richiamo della preparazione a metà della stagione, di fatto nella sfida con la Juve è sembrato esattamente il contrario e cioè che fosse la Juve ad andare due volte più veloce del Milan. Di qui l'apertura a un mercato virtuoso sottolineata dal ricordo di chi ha utilizzato nella ripresa («Jimenez, Camarda del Milan futuro») per provare a migliorare la cifra tecnica del gruppo chiamato ancora a salvare la Champions e a fare strada in coppa Italia. Di fatto i difetti denunciati già dalla gestione Pioli (troppi gol presi contro il numero industriale fatti) sono confermati dalle cifre attuali: 21 subiti e 29 realizzati. Ma ancora più significativa sembra un'altra tendenza di questo Milan lazzarone e cioè le 4 sconfitte su un totale delle 5 perse sono tutte maturate lontane da San Siro.
Anche questo è un sintomo dell'errore commesso sottovalutando la portata dell'addio di Giroud e Kjaer senza mai essere stati sostituiti in fatto di carisma se non con l'arrivo di Morata, capitano della Spagna campione d'Europa del quale però servirebbero qualche gol in più nelle prossime settimane.
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