Non sappiamo se è stato il Mondiale più bello di sempre, come sostiene ogni volta la Fifa, ma la finale è da inserire di diritto tra le più elettrizzanti, a livello sicuramente di Inghilterra-Germania del '66 o della stessa Argentina-Germania dell'86. Certo, il fatto di averlo giocato a dicembre ha contribuito ad avere giocatori meno spremuti dai loro club, come avviene invece solitamente a fine stagione. Per una volta dunque celebriamo la rivincita delle nazionali, anche se ormai le due facce del calcio sembrano quasi due sport diversi. E il Mondiale qatariota ha confermato una sentenza inconfutabile: il calcio delle nazionali è molto più democratico rispetto a quello oligarchico, plutocratico avremmo detto un tempo, dei club.
Dove non può comandare il denaro, comanda ancora per fortuna il talento delle scuole calcistiche, una connotazione che nei club si è completamente persa, visto che ormai ogni squadra è un miscuglio di nazionalità. Con un'unica eccezione, forse, e non a caso è quella di un club-nazionale come l'Athletic Bilbao.
In un calcio democratico come quello delle Nazionali si può vedere il trionfo mondiale di un paese in grande crisi economica come l'Argentina (con 24 giocatori su 26 che giocano in Europa e il solo portiere di riserva che gioca in patria), ma chissà quando il River o il Boca vinceranno un Mondiale per club. Si può scoprire che un Paese di nemmeno 4 milioni di abitanti come la Croazia arriva sul podio in due Mondiali consecutivi, ma non vedremo mai la Champions league nella bacheca della Dinamo Zagabria, autentica fucina di campioni. Perché nel calcio delle Nazionali il Marocco o il Portogallo, il Belgio o l'Uruguay possono giocare alla pari con spagnoli, inglesi e tedeschi. E la Macedonia del Nord può eliminare l'Italia, ma il Vardar Skopje le squadre italiane non lo incontreranno mai.
Resta solo un'eccezione che conferma la regola: il Paris St.Germain degli emiri che, pur avendo le due stelle delle due squadre più forti del mondo, riesce a non vincere mai. Cosa che ci fa amare il calcio ancora di più.
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