Pokerface Antonio Conte. Un jolly che aleggia come uno spettro su 4 panchine delle big nostrane. Per motivi diversi tutte potrebbero pensare di ripartire nella prossima stagione da un Serial Winner per antonomasia come il tecnico leccese. D'altronde la separazione consensuale (compresa la buonuscita da 5 milioni) col Tottenham ha liberato ufficialmente l'ex condottiero di Juventus e Inter, che adesso rappresenta una variabile impazzita nel domino italiano delle panchine. Conte ha le idee chiare: vuole tornare ad allenare in Serie A. «Il primo amore non si scorda mai» aveva detto in occasione della conferenza stampa a San Siro prima di Milan-Tottenham. Parole non casuali e che sottolineavano la nostalgia nei confronti del nostro paese. Un sentimento acuito dalla distanza degli affetti più cari, visto che la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria sono rimaste a vivere a Torino durante la sua avventura londinese.
Insomma, tutte le strade portano all'Italia. Certo il proverbio recitava Roma e questa destinazione, sponda giallorossa, non va affatto trascurata nel caso in cui Josè Mourinho dovesse decidere di non restare. Lo Special One - non è un mistero - si sta guardando intorno e ha incaricato il suo agente Jorge Mendes di sondare il terreno per 2 clamorosi ritorni al futuro: Real Madrid e Chelsea (Potter è tutt'altro che saldo...). A proposito degli spagnoli: Ancelotti é corteggiatissimo dalla Federazione brasiliana che lo vuole per puntare a vincere il Mondiale 2026. In fondo a Carletto manca solo la Coppa del Mondo per diventare l'allenatore più vincente della storia, dato che in bacheca vanta già 4 Champions oltre a tutti i titoli nazionali delle principali leghe europee (Serie A, Ligue1, Liga, Premier League e Bundesliga). Una tentazione crescente. Occhio pure a Parigi, qualora dovesse restare Luis Campos al quale Mou è legato da un'amicizia di lunga data. A quel punto il portoghese potrebbe entrare di diritto (insieme a Gallardo e Thiago Motta) nel casting per il dopo Galtier.
Qualora Mourinho lasciasse la Capitale, chi meglio di Conte per permettere ai Friedkin di suturare la ferita e tenere alta l'asticella delle ambizioni. Lo stipendio tra buonuscita dagli Spurs e Decreto Crescita potrebbe essere sostenibile (7-9 milioni annui). Attenzione però all'asse MiTo, dove il trainer salentino ha lasciato tante vedove inconsolabili. Sia nella Milano nerazzurra (quella rossonera da considerare solo in caso di mancata qualificazione Champions e rivoluzione societaria) sia nella Torino bianconera. Inzaghi è in bilico e il nome di Conte va tenuto d'occhio, anche se al momento le piste più gradite sembrano Motta o De Zerbi (c'è ostacolo della clausola rescissoria da 13 milioni). Il deja-vù juventino di Antonio sembrava quasi scontato in autunno, quando Allegri usciva malamente dalla Champions. Dopo la penalizzazione però Max è tornato in sella, riprendendo il controllo della Juve e forte pure di un contratto fino al 2025.
Ecco perché alla fine Conte potrebbe anche optare per un anno sabbatico, propedeutico alla ripresa totale dalle problematiche di salute. Con(te) partirò cantava Pavarotti, ma la destinazione di Antonio è ancora ignota...
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