Conte perde la chiave. Tegola Candreva. Italia da rifare sulle ali

Il laziale ko in allenamento: niente Spagna Florenzi il sostituto, ballottaggio a sinistra

Candreva, tra ai migliori negli Azzurri all'esordio
Candreva, tra ai migliori negli Azzurri all'esordio

nostro inviato a Montpellier

Nell'afa del centro Bernard Gasset, ieri mattina è calato improvviso il gelo. Prima un dribbling riuscito, poi un allungo sul quale si è dovuto fermare. Antonio Candreva alza bandiera bianca per la Spagna e la smorfia del centrocampista della Lazio fa il paio con il disappunto del professor Castellacci, responsabile medico degli azzurri. Antonio Conte scuote la testa, il primo grave infortunio della sua truppa arriva a 48 ore dall'ottavo di finale con la Furie Rosse, complicando i suoi piani tattici. Candreva aveva svolto un lavoro specifico dopo la partita con la Svezia, ma in nove giorni tra alti e bassi, lavoro in palestra e sul campo, non è riuscito a risolvere lo stiramento all'adduttore destro.

Conte perde un uomo chiave nel gioco azzurro, l'uomo di fascia che fa al tempo stesso il terzino e l'ala. Candreva ha giocato 18 partite su 23 dell'era del ct leccese in azzurro: nelle ultime due saltate dal laziale, la sfida con la Germania a marzo e la "quasi amichevole" con l'Irlanda, l'Italia è finita ko. Inutile però guardare il passato, anche recente. Inutile cedere ai rimpianti.

Non lo farà nemmeno Conte, che già sta studiando il piano B per contrastare i campioni d'Europa in carica. Di fatto il ct si gioca molto della sua reputazione continentale, non certo brillante come quella in territorio italico. Un punto importante ora che, finito il torneo francese, l'allenatore pugliese inizierà la sua avventura Oltremanica. Florenzi è il candidato numero uno per la sostituzione, il romanista è abituato a quel ruolo svolto anche in giallorosso. E' la soluzione più logica e più testata da Conte, considerando che il jolly, provato come interno e a sinistra, dà risposte migliori proprio sulla fascia destra. L'ipotesi El Shaarawy è interessante ma più remota. A sinistra dovrebbe toccare a Darmian (l'idea testata ieri) o De Sciglio. Stavolta Conte non vuole correre rischi in una vigilia sempre più in salita: prima l'accoppiamento con la Spagna agli ottavi, poi il sorprendente ko con l'Irlanda sia pure a causa di un ampio turnover, ora il forfait di uno dei calciatori più importanti. Il ct non è tipo da salti nel vuoto e sicuramente vorrà puntare su uomini e schemi più collaudati.

Le nuvole di burrasca che si sono accumulate sulla Nazionale negli ultimi giorni andranno spazzate via con l'arma dell'umiltà, del sacrificio e del gruppo. Non si snaturerà il 3-5-2 come accaduto nell'amichevole di marzo, quando proprio Candreva consentì il passaggio a un 3-4-3 più offensivo in appoggio alle due punte Pellè-Eder. Il cambio, semmai, arriverà in corso d'opera quando il soldatino Insigne, uomo da 15 minuti finali, o il già citato El Shaarawy potrebbero essere chiamati in causa. «La Spagna? Bisognerebbe ammazzarla... - ha scherzato ieri Barzagli mimando un fucile -.

Proviamo a frenarla, quello che conta sono i duelli, dovremo essere attenti alla loro fase offensiva ma non dovremo fare una gara remissiva, sarebbe l'errore più grande». Un messaggio che potrebbe essere quello di Conte. Che non è certo sceso da Marte, ma che conosce bene la realtà della sua Nazionale. Oltre che la Spagna...

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