Stasera tocca al Milan di Champions. Tocca al Milan di Champions recuperare tutto il terreno perduto col nuovo format a seguito delle prime due sconfitte, contro rivali eccellenti (Liverpool e Bayer Leverkusen), che lo spingono già dinanzi a un crudele bivio: solo un successo può rimettere in piedi l'incerta qualificazione. E il Bruges non è certamente un cliente comodo se non per qualche precedente in materia (ai tempi di Ancelotti, novembre 2003, Kakà si sbloccò proprio in occasione di un viaggio in Belgio, con i rossoneri in 10 per l'espulsione di Nesta) perché di recente ha dato filo da torcere al Bayer.
Tocca al Milan allora rialzarsi in Europa ma tocca soprattutto a Rafa Leao riannodare il proprio talento al destino contraddittorio di questa stagione. Quarantotto ore dopo, continua a far discutere, addetti ai lavori e non, la sua esclusione dallo schieramento di sabato sera con l'Udinese, e in particolare la resa, molto diversa, tra le sue recenti esibizioni con il Portogallo e quelle con il Milan, segnate più da assist per la compagnia che da imprese balistiche personali.
Il gol non è mai stato la sua ossessione come per altri colleghi, un solo esempio per capirsi, Pippo Inzaghi o Sheva. Per cancellare ogni incertezza, Fonseca ha spiazzato i cronisti annunciando lo schieramento che prevede il ritorno di ben cinque esponenti (Gabbia, Theo, Tomori, Loftus Cheek e Leao), conferma pubblica del piano strategico, cioè realizzare l'indispensabile turn-over in vista delle montagne da scalare (7 partite in 21 giorni) coinvolgendo anche il baby Camarda (per l'assenza di Abraham, Jovic fuori lista) destinato in panchina. «Non cercheremo un altro attaccante a gennaio» è la spiegazione finale sul tema: al Milan serve un centrocampista, questo sì, dopo il ko di Bennacer.
Incerta per l'appuntamento di stasera resta solo la designazione del capitano e qui Fonseca rinvia la scelta per capire se toccherà a Theo (squalificato per proteste da capitano a Firenze) o se invece nel ruolo di leader può subentrare uno come Maignan.
Di sicuro il Milan, secondo la sua guida tecnica, deve modificare il proprio spirito. «Dobbiamo essere un po' meno santi e un po' più diavoli» la sintesi di Fonseca, frase riferita all'espulsione subita da Reijnders (primo rosso della sua carriera, ndr) a dispetto dei tanti falli subiti.
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