Tutti assolti perché "il fatto non sussiste". I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno ribaltato la sentenza del Tribunale di Busto Arsizio (Varese), che aveva condannato a pene da 40 giorni fino a due mesi di reclusione sei giovani tifosi della Pro Patria accusati di ingiuria aggravata dai motivi razziali per aver rivolto insulti razzisti ai calciatori neri del Milan durante un’amichevole, il 3 gennaio 2013. La partita allo stadio Speroni di Busto Arsizio era stata sospesa nel corso del primo tempo, dopo che Kevin Prince Boateng, all’epoca giocatore rossonero, aveva scagliato il pallone contro le tribune e i compagni di squadra avevano deciso di uscire dal campo, per lanciare un segnale contro il razzismo negli stadi.
I sei giovani, individuati dalla polizia pochi giorni dopo l’episodio, erano stati condannati in primo grado anche a risarcire la Lega Pro e il Comune di Busto Arsizio, parti civili nel procedimento, con una somma complessiva di diecimila euro. I loro difensori avevano impugnato la sentenza, presentendo un ricorso in appello. E i giudici oggi hanno assolto tutti gli imputati.
Per capire nel dettaglio le ragioni dell’assoluzione bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che verrà depositata entro i prossimi 30
giorni. "Erano stati condannati ingiustamente, perché i cori non erano ingiuriosi e non avevano una connotazione razzista nei confronti dei calciatori di colore", ha commentato l’avvocato Luca Abbiati, difensore di tre tifosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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