Il tema del razzismo nel mondo del calcio continua a tenere banco. "Bisogna vedere se ha ancora senso giocare in Italia", dice Kevin Prince Boateng in un'intervista al quotidiano tedesco Bild. Il giocatore milanista è ancora scosso per i cori razzisti durante l’amichevole con la Pro Patria. "Non farò finta di nulla - ha detto - Ci dormirò su per tre notti e la prossima settimana incontrerò il mio agente Roger Wittmann".
"Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio". E' difficile dare torto al rossonero. Il problema, però, è che qualora decidesse di lasciare l'Italia rischierebbe sempre di trovare qualche cretino pronto a prenderlo di mira. Che sia spagnolo, tedesco, inglese o francese poco cambia. Il razzismo - così come la stupidità - non conosce confini.
Boateng aggiunge di essere stato "fiero" del comportamento dei compagni, che lo hanno seguito quando ha lasciato il campo. "Ho potuto sentire i primi versi da scimmia dopo cinque minuti, all’inizio non ho pensato nulla ma poi si sono ripetuti e sono andato dall’arbitro avvertendolo che se fossero proseguiti avrei lasciato il campo. Ha provato a calmarmi ma quando sono ricominciati i cori, allora ho pensato adesso basta, non continuerò a giocare". E sappiamo com'è andata a finire. Partita sospesa e un'infinità di polemiche. Con l'interessamento anche della magistratura, per la violazione della legge Mancino che punisce l'istigazione all'odio razziale.
"È facile chiudere un occhio, agire è più difficile - ha detto ancora il centrocampista del Milan -, ma avrei fatto la stessa cosa anche se fosse stata una partita di Champions contro il Real Madrid e lo farò sempre. Ero arrabbiato, triste, scioccato, il fatto che cose come queste accadano ancora nel 2013 è una disgrazia, non solo per l’Italia ma per il calcio nel mondo. Volevo mandare un segnale forte perché cose del genere non possono esistere, dobbiamo aprire gli occhi. Quando è troppo, è troppo, il razzismo non ha posto nel calcio".
Perquisite le case di 5 tifosi della Pro Patria
Intanto vanno avanti le indagini. Perquisite le case degli altri cinque tifosi della Pro Patria denunciati oggi per i cori razzisti. La questura di Varese, nel corso degli accertamenti per l’identificazione dei compagni del ragazzo ventenne già deferito ieri per i cori razzisti, le ha effettuate d’intesa con l’autorità giudiziaria. In questo modo, gli agenti sarebbero riusciti a rinvenire i riscontri che avrebbero confermato l’abituale frequentazione da parte dei cinque degli ambienti della tifoseria della squadra bustocca.
Allegri:agire subito o restiamo indietro di 300 anni
"Bisogna agire, anche con decisioni severe e impopolari che vanno prese dagli organi competenti. Altrimenti, continueremo a rimanere indietro di 300 anni".
Massimiliano Allegri, allenatore del Milan, commenta così la vicenda che ha coinvolto la squadra rossonera. "Ci vuole più educazione, più rispetto: bisogna fare qualcosa. Non è solo un problema di razzismo, bisogna pensare a tutto ciò che non dovrebbe capitare all’interno di uno stadio", dice Allegri a Milan Channel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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