Corre su un piede la batteria dei 100 ostacoli. Ripescato grazie alla novità del regolamento

L'americano Crittenden e quella sua insolita strategia

Corre su un piede la batteria dei 100 ostacoli. Ripescato grazie alla novità del regolamento
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Un burattino senza fili che si muove a scatti ondeggiando sul tartan lilla. La seconda batteria dei 100 ostacoli lascia perplessi gli spettatori che affollano lo stadio Saint Denis anche durante la sessione mattutina dell'atletica leggera. In seconda corsia corre l'americano Freddie Crittenden. Ma corre, in effetti, è una definizione piuttosto generosa per la prova olimpica del terzo del ranking mondiale (stesso miglior tempo del secondo, il giamaicano Parchment), dietro solo al favoritissimo Grant Holloway che lo aveva regolato nei Trials americani di qualificazione. Crittenden più che correre, saltella su un piede soltanto. Cinque passi sistematici a coprire la distanza tra una barriera e l'altra - quando la tecnica, l'ortodossia e il cronometro ne impongono tre. Un'azione buffa, sincopata e particolarmente controllata. Diciotto secondi in tutto per coprire la distanza, a cinque secondi dai tempi dei migliori e del compagno Holloway che si impone nella batteria. Un infortunio, è il primo pensiero che corre sulle tribune e sui banchi della tribuna stampa. E viene quasi da applaudire lo sforzo di voler portare a termine la prova olimpica, per molti atleti l'occasione della vita, pur da infortunato.

Poi, però, uno sguardo al nuovo regolamento e un orecchio teso in zona mista chiariscono il mistero. Crittenden ha scelto volontariamente di zampettare fino al traguardo, così da guadagnarsi l'accesso ai ripescaggi - novità introdotta proprio a questi Giochi - di domani. Nel frattempo l'americano cercherà di recuperare da un piccolo risentimento muscolare. «È stata una cosa strana - ammette -, sabato nell'ultimo test ho sentito un fastidio all'adduttore che mi ha portato a fare alcuni esami. Hanno detto che non è un infortunio, solo una mancanza di attivazione muscolare. Ho pensato di venire qui, prendermela comoda e ringraziare Dio che c'era un turno di ripescaggio». Grande conoscenza del proprio corpo, e forse ancor più del regolamento.

«Se non ci fosse stato il turno di ripescaggio, probabilmente mi sarei limitato a dare il massimo, correre il più forte possibile, schiantarmi e bruciarmi, qualunque cosa accadesse». Invece Freddie si è regalato altre quarantotto ore per tenere accesa la sua speranza a cinque cerchi. Sperando di non bruciarsi le dita.

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