Il croato Vida: "Gloria all'Ucraina" per deridere la Russia. Indaga la Fifa

La Fifa ha avviato un'indagine sul calciatore della nazionale croata Domagoj Vida. Dopo la vittoria ai rigori contro la Russia, il giocatore ha urlato in video la frase "Gloria all'Ucraina". E ora rischia di saltare il match con l'Inghilterra

Il croato Vida: "Gloria all'Ucraina" per deridere la Russia. Indaga la Fifa

La Fifa ha aperto un'inchiesta su Domagoj Vida. Il difensore della Croazia, impegnata mercoledì nella semifinale dei Mondiali contro l'Inghilterra, è incappato in una frase infelice di stampo politico nel post partita del match contro la Russia, vinto ai rigori dai balcanici. Il 29enne centrale del Besiktas ha registrato un videomessaggio su Facebook nel quale ha detto "Gloria all'Ucraina" e "Questa vittoria è per la Dinamo e per l'Ucraina". C'è il rischio di una squalifica per il match contro l'Inghilterra, ma è probabile che la Fifa gli faccia pagare una multa come già successo qualche settimana fa agli svizzeri Xhaka e Shaqiri che, dopo avere segnato un gol ai "rivali" serbi, mimarono le ali dell'aquila della Grande Albania.

Calcio e politica, talvolta, vanno a braccetto. Tesi confermata dai Mondiali in corso in Russia, dove le polemiche legate al collegamento tra questi due mondi, così vicini e al tempo stesso così distanti, sono quasi all'ordine del giorno. Questa volta, a farla fuori dal vaso è stato il difensore croato Domahoj Vida. Durante i festeggiamenti per la vittoria ai rigori contro i padroni di casa russi, insieme al connazionale ed ex compagno alla Dinamo Kiev, Ognen Vukojevic, Vida ha registrato e postato su Facebook un filmato nel quale urlava "Gloria all'Ucraina" e "Questa vittoria è per l'Ucraina e per la Dinamo... Vai Croazia". Il video è diventato virale in Russia tanto che a Mosca si sarebbero sentiti cori contro i croati.

La frase incriminata non è uscita spontanea dalla bocca del calciatore, nel senso che si tratta di uno slogan propagandistico nato nel 2014 in chiave anti-russa contro l'annessione della Crimea. Dopo avere scatenato mille polemiche, in Russia come nel suo Paese, Vida ha fatto marcia indietro. "Rispetto la nazione russa. Era soltanto un gioco per i miei amici ucraini. Il calcio è fuori dalla politica. Non volevo dire nulla di male", ha dichiarato il difensore croato.

Ma la Fifa non ha gradito le frasi di Vida e ha annunciato di avere avviato un'inchiesta sul difensore 29enne del Besiktas, che come minimo rischia una multa sulla scorta di quanto già avvenuto qualche settimana fa per i calciatori della Svizzera - ma di origine kosovara - Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, che avevano scatenato una bufera dopo avere festeggiato i loro gol alla Serbia incrociando le braccia verso il petto: un evidente omaggio allo stemma della Grande Albania. Per loro era scattata solo una multa.

A Vida potrebbe andare peggio.

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