Cuore africano, calcio europeo. Il Marocco ha un futuro

Ragazzi nati in Europa (13, più uno nato in Canada) e cresciuti nelle strutture di un calcio che non è quello africano. Ragazzi di talento, certo. Ma affinato da istruttori ed educatori francesi, spagnoli, anche italiani

Cuore africano, calcio europeo. Il Marocco ha un futuro

Il Marocco alla finalina, siamo sicuri che sia il miglior risultato di sempre per una squadra africana e più ancora: siamo sicuri che il Marocco sia una squadra africana? Per la geografia, nessuno aveva mai fatto meglio della squadra di Regragui. Ma il Marocco è Maghreb prima di Africa e i marocchini sono arabi, come s'è visto chiaramente in Qatar, dove avevano il tifo di tutti, perché arabi, non perché africani. Oltre la geografia, c'è poi una realtà di oltre mezza squadra - ct compreso - nata fuori dal Marocco e quindi dell'Africa. Ragazzi nati in Europa (13, più uno nato in Canada) e cresciuti nelle strutture di un calcio che non è quello africano. Ragazzi di talento, certo. Ma affinato da istruttori ed educatori francesi, spagnoli, anche italiani. Cosa c'è di africano in Hakimi o Amrabat? Il nome, sicuro.

L'origine, ovvio. Ma il loro concetto di calcio è europeo, non sanno neppure cosa sia il calcio africano. Non è a quest'Africa che alludeva Pelé quando disse che entro il 2000 una nazionale africana avrebbe vinto il Mondiale. Il calcio veramente africano resta quello in cui un portiere litiga col ct prima di una partita del Mondiale e poi va a chiedere protezione dal presidente della federazione, peraltro non ottenendola. Come se Donnarumma litigasse con Mancini e poi andasse a parlare con Gravina.

Se solo Donnarumma, Mancini e Gravina fossero stati ai Mondiali. Anche politicamente, il calcio del Marocco pare ispirarsi all'Europa o in ogni caso al calcio più furbo: di ieri la protesta alla Fifa per l'arbitraggio del modesto messicano Ramos, che secondo la federcalcio di Rabat ha negato 2 rigori.

Tatticamente, il calcio di Regragui (anche lui nato in Francia e in Francia calciatore per l'intera carriera) è il più lontano possibile dal calcio corsa, forza e fantasia che è comune dell'Africa. È organizzato, tattico, difensivo ma non solo, come visto contro la Francia. Un ottimo calcio, con grande futuro, visto che il bacino in cui pescare è destinato ad allargarsi. E poi un grande cuore, quello sì africano.

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