Dall'Albania all'Austria: il "purgatorio" azzurro con lo sguardo al futuro

Stasera a Tirana un calcio alla malinconia. Il ct avvia la rifondazione e punta sui giovani

Dall'Albania all'Austria: il "purgatorio" azzurro con lo sguardo al futuro

Due impegni sul campo, lontano dall'Italia, come diversivo alla malinconia di un Mondiale che vivremo da spettatori e che fermerà la giostra della serie A come mai avvenuto in passato. Tirana, dove la Roma a maggio ha alzato l'ultimo trofeo di una squadra di club nostrana, e poi Vienna: in cinque giorni una sorta di «purgatorio» calcistico da attraversare per la Nazionale di Roberto Mancini mentre i riflettori si accenderanno sul Qatar.

Sul charter azzurro diretto in Albania, dove ci attende la nazionale numero 66 del ranking Fifa e un ct italiano, l'Edy Reja che dopo le avventure con Lazio e Atalanta ha tentato quella nei Balcani, sono saliti in ventotto. E guardando la carta d'identità della metà dei convocati azzurri (nati dal 1999 in poi), si capisce il valore di questi test piazzati in clima mondiale. I nove Millennials arruolati dal Mancio sicuramente staranno invidiando i 124 loro coetanei o quasi convocati per il Qatar, ma intanto si godono l'approdo nell'azzurro dei grandi.

«Anche se sono due amichevoli, si tratta di due partite importanti per noi, per provare qualche giocatore nuovo, giovane, valuteremo chi ancora non conosciamo benissimo», ha detto Mancini, che oggi raggiungerà a quota 56 panchine azzurre Lippi e Prandelli. La profonda rifondazione che nasce dalla volontà di «allevare» la nuova generazione di azzurri parte da nomi come quelli degli juventini Fagioli e Miretti, lanciati coraggiosamente da Allegri in prima squadra, o dell'attaccante Pafundi, nato nell'anno in cui l'Italia trionfava a Berlino e primo 2006 a esordire in serie A. La sua storia ricorda quella di Zaniolo, che il ct è pronto a ripescare già a Tirana («ma lui in Nazionale non ha mai avuto problemi comportamentali», precisa il ct). C'è da allargare il gruppo per le qualificazioni europee che iniziano a marzo e soprattutto per quelle al Mondiale 2026 - il vero obiettivo di Mancini - che non potremo sbagliare. Ecco che il rinnovamento coinvolge in primis l'attacco che, al netto del calo di tensione post Europei, dei rigori sbagliati e delle assenze per Covid nella gara chiave con la Svizzera di un anno fa (Gravina dixit, una rivoluzione postuma che non sposta i termini della vicenda, ndr), a ben vedere è stato il principale responsabile del fallimento - appena due gol segnati nelle cinque gare decisive delle qualificazioni mondiali -.

Due i superstiti dell'Europeo, il recuperato Chiesa dopo il lungo infortunio («ma non partirà dall'inizio, ha bisogno di tempo per ritrovare la condizione, va usato con

cautela», così il ct), e il Raspadori in continua crescita ormai centravanti titolare. Nelle prove fatte a Coverciano, possibile a Tirana un 3-4-3 con Grifo nel tridente e con il ballottaggio Tonali-Barella a centrocampo.

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