Tra i big del calcio piombati in picchiata sul Bari, escluso dalla serie B il 16 luglio scorso sancendo così il fallimento dei pugliesi dopo 110 anni di storia, Aurelio De Laurentiis è quello che più degli altri sin dall'inizio ha convinto il sindaco Antonio Decaro. Il patron del Napoli ha battuto la concorrenza dei vari Lotito, Cairo (la sua era però solo una consulenza più tecnica che economica) e Preziosi e di altre sette cordate di imprenditori (uno anche indonesiano): avrà il titolo sportivo del club biancorosso che ora ripartirà dalla serie D.
Nella visione di De Laurentiis, sull'asse Napoli-Bari si costruirà un polo del calcio che abbia le risorse, le competenze e i talenti per sfidare le grandi del Nord. Il Bari sarà iscritto alla D entro il 6 agosto, versando 150mila euro, ma con un progetto subito ambizioso, per cui De Laurentiis intende mettere a disposizione i suoi esperti di marketing: una prima squadra in cui confluiscano i migliori talenti della regione, otto formazioni giovanili, il settore femminile (verrà rilevata la Pink Bari), almeno 10-12mila abbonati. In attesa che l'ex patron dei pugliesi Giancaspro - il suo ricorso sulla mancata iscrizione alla B è stato bocciato ieri dal Collegio di Garanzia del Coni - lasci al Comune lo stadio San Nicola, concesso in proroga fino a ieri.
Il sindaco Decaro aveva le idee chiare da tempo, la proposta di svariate decine di pagine di De Laurentiis lo ha convinto.
Il verdetto è arrivato ieri sera dopo la consultazione con una commissione di esperti. E dopo un pomeriggio trascorso per valutare le 11 proposte pervenute, il primo cittadino ha decretato che la resurrezione del Bari sarà made in Napoli. «Vigilerò», la rassciurazione di Decaro.
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