L'Inter batte l'Arsenal con un rigore di Calhanoglu e soprattutto una difesa quest'anno mai così feroce. Inzaghi alza un muro a protezione di Sommer e di 3 punti preziosi che gli già valgono uno strapuntino nel G8 della maxi Champions. È l'ottava vittoria nelle ultime 9 partite: la più bella e importante, la più difficile e prestigiosa. Vitamina pura prima del faccia a faccia con Conte e con il Napoli, cui Inzaghi ha pensato prima e durante la sfida con l'Arsenal, prendendosi il lusso di lasciare a riposo 5 titolari, almeno finché è stato possibile.
L'Inter parte forte, nemmeno volesse chiuderla subito. In realtà è l'Arsenal che entra in campo con 3 minuti di ritardo, nei quali prima Dumfries centra la traversa, calciando dal cuore dell'area di rigore, poi Calhanoglu sfiora il palo con una sventola da oltre 25 metri. Il doppio spavento vale la sveglia all'Arsenal, che da lì in poi prende il comando del gioco, macinando palla e chilometri. Inzaghi si adegua, abbassa il baricentro e prova a ripartire. La prima volta nessun compagno accompagna Bisseck nella cavalcata box to box così il tedesco finisce per incespicarsi e perdere il pallone. La seconda invece Saliba abbatte Lautaro, dando a Calhanoglu la mattonella per la punizione da cui nasce il rigore (mano di Merino sul tocco di Taremi) che il turco trasforma nell'ultimo frame prima del riposo: 18esimo centro su 18 rigore calciati con la maglia dell'Inter (secondo di stagione).
Arteta non vuole perdere, e nemmeno lo meriterebbe. Manda Gabriel Jesus in campo in avvio di secondo tempo e trasforma il lento palleggio del primo tempo un vero assedio all'area nerazzurra. Più del possesso palla (62 vs 38), peraltro fatto per larga parte nella metà campo dell'Inter, ci sono i calci d'angolo a spiegare il tipo di partita: 13-0 per l'Arsenal (7-0 all'intervallo), molti dei quali fonte di autentico pericolo. Su tutti clamoroso l'involontario tentativo di autogol di Taremi, sventato da Dumfries con mezzo pallone già dentro la porta di Sommer, uno che oramai in uscita dà più brividi che sicurezze. Provvidenziale anche il salvataggio di Bisseck (ovviamente in calcio d'angolo) sul rigore in movimento di Havertz.
Per conservare il prezioso bottino, a metà ripresa Inzaghi mette il Napoli fuori dal progetto di serata e cala 3 assi per rinforzare gli argini. Dentro Barella, Mkhitaryan e Thuram, mentre nel finale va dentro anche Dimarco, per Taremi.
Così l'Inter resta con una sola punta (Thuram) e alza il muro a 5 che più di così non sì può, con Darmian sulla linea dei terzini e Dimarco in suo appoggio, nel lato forte dell'Arsenal, dove Saka non smette di percuotere fino all'ultimo istante dei 5 minuti di recupero.
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