I tifosi non hanno sempre ragione. Anzi, quasi sempre hanno torto marcio. Soprattutto quando la «contestazione» assume toni particolarmente offensivi, magari solo come ripicca per sfogare frustrazioni extra calcistiche.
Tre settimane fa è accaduto a Torino nei confronti di Kean della Juve; poi è stata la volta dell'Olimpico a Roma con Mou costretto a intervenire; ieri la storia si è ripetuta a Genova contro Sabiri della Samp.
In tutti e tre i casi a difendere i giocatori zittendo gli imbecilli di turno hanno pensato - coraggiosamente (sfidare gli idioti è sempre impresa ardua) - i tre mister: Max Allegri ha urlato al pubblico incivile: «State zitti, vergognatevi!»; Mou ha fatto la stessa cosa con i tifosi più intolleranti e Dejan Stankovic (nella foto) ha messo a posto i cretini con un perentorio: «L'ho sostituito, ora pensate a tifare per la Samp!».
La retorica del «chi ha pagato il biglietto ha il diritto di contestare» è come un distillato di assenzio: basta qualche goccia in più e si rischia il coma etilico. E, per evitarlo, Allegri, Mou e Stankovic hanno rischiato - a loro volta - di essere subissati dagli insulti. Juve e Samp sono due squadre che, per ragioni diverse, stanno vivendo un momento di profonda crisi. Gli ultrà specializzati in insulti accusano: «Come si permette il mister di zittirci? Invece di prendersela con noi, pensi a far vincere la squadra, piuttosto»: una «logica» che ha «senso» solo per chi vive la curva come sfogo a fallimenti umani e professionali.
Ma è proprio in questo contesto difficile che i gesti di Max e Dejan assumono maggiore valore: l'opportunismo dei vili avrebbe suggerito il silenzio; il buonsenso dei coerenti impone invece di reagire. Come hanno fatto Allegri, Mourinhpo e Stankovic, rivolgendosi col dito sulla bocca al pubblico dei vigliacchi.Cambierà mai qualcosa? Forse no, ma vale la pena tentare. Sempre.
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