Trasferte vietate e porte chiuse per Genoa e Samp dopo il derby choc

Derby della follia. A Genova arresti, feriti e lo sfregio all'altare di Vialli

Trasferte vietate e porte chiuse per Genoa e Samp dopo il derby choc
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Sarebbe curioso conoscere il mistero (psichiatrico) che ha spinto una coppia di «marsigliesi» ad andare a Genova per il derby «in supporto della tifoseria rossoblù»: sono loro infatti due dei tre arrestati (l'altro è un tifoso della Samp) finiti in cella (purtroppo ci rimarranno non più del tempo di una partita, senza supplementari) per gli scontri scatenati nel post match di Coppa Italia vinto ai rigori dai blucerchiati. Intanto è salito a 38 feriti il bilancio della guerra che ha messo per ore a ferro e fuoco la città; avvilente la contabilità ospedaliera post tafferugli: 26 ricoveri tra poliziotti e carabinieri, 12 tifosi medicati al pronto soccorso. I sindacati di polizia e carabinieri denunciano: «Ad avere la peggio sono stati i nostri colleghi. Ci auguriamo che il ddl sicurezza che prevede sanzioni più gravi per chi usa violenza e resistenza a pubblico ufficiale, venga approvato celermente». Nell'attesa bisogna però accontentarsi delle frasi scontate del ministro dell'Interno, Piantedosi: «Quanto accaduto in occasione del derby Genoa-Sampdoria non ha nulla a che fare con il calcio e con i valori che questo sport sa trasmettere». Intanto in Spagna il tribunale ha condannato a un anno di carcere e tre di Daspo il tifoso del Maiorca che rivolse insulti razzisti ai giocatori del Real, Vinicius e Chukwueze.

Ma torniamo ai fatti di Genova. Pare che a infiammare gli animi mercoledì sera allo stadio Ferraris sia stata la comparsa nella curva del Genoa degli striscioni rubati a maggio da una sede dei sampdoriani; a quel punto gli ultras blucerchiati avrebbero lasciato la gradinata sud, raggiungendo la nord per riconquistarli. E così la tensione è cresciuta fino a esplodere in una notte di violenza.

La follia non ha risparmiato neppure un luogo-simbolo della città: il Molo dell'Amicizia dedicato a Gianluca Vialli: tagliate le sciarpe doriane appese davanti all'«altare laico» che rende omaggio al campione azzurro scomparso l'anno scorso. Nessun rispetto, neppure per i morti. Solo tanta vergogna.

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