Un derby stregato riaccende l'incubo tv

La Salernitana beffa Spalletti. Il titolo può arrivare mercoledì senza giocare

Un derby stregato riaccende l'incubo tv

Come passare in 22 minuti dal sogno scudetto realizzato (il gol dell'uruguagio Olivera) al primo match point sprecato (la prodezza del senegalese Dia, 12ª rete). Festa Napoli rinviata così di qualche giorno. L'appuntamento forse decisivo a Udine giovedì: si parla di una richiesta alla Lega di anticipo alle 18.30 per evitare si possa sconfinare in piena notte aspettando la squadra all'aeroporto di Capodichino (e sarebbe il secondo spostamento della gara...) con diretta sui maxischermi del Maradona e accesso a chi era sugli spalti ieri -. In pratica lo scudetto passa da casa Meret e da dove Spalletti ha spiccato il volo come allenatore, guardando anche al risultato della Lazio 24 ore prima (se non vince, sarà brindisi davanti alla tv).

A guastare per ora i piani azzurri, una Salernitana affamata di punti salvezza, traguardo sempre più vicino per i granata che al Maradona hanno conquistato il 9° risultato utile di fila. La festa l'hanno così fatta i tifosi della squadra di Paulo Sousa, che via social si sono dati appuntamento davanti alla tribuna dello stadio Arechi per festeggiare il pareggio con i giocatori, tornati in bus da Napoli. «Abbiamo trovato il momento giusto per colpire», dirà l'allenatore che paga con il rosso la tensione finale per un pari pesantissimo da portare a casa. E tensione si era vissuta a Salerno per quel poco gradito spostamento della gara di 24 ore. «Il popolo granata ha mostrato grande dignità e compostezza, niente polemiche, il presidente e i nostri tifosi sono stati perfetti», così il ds del club De Sanctis, ex portiere del Napoli. Ma ieri non poteva esserci spazio per i sentimenti...

«L'ultimo chilometro è sempre quello più faticoso. Ma faremo gioire tutti, tranne certi cecchini...», dirà uno Spalletti sorridente ma sotto sotto un po' deluso. Sfumato persino il record assoluto della serie A: conquistare il titolo con sei turni d'anticipo, impresa che non era riuscita nemmeno al Grande Torino nel 1948. Ma la storia recente degli azzurri sul proprio campo non dava ottimi presagi: solo cinque i punti nelle ultime 5 di campionato a Fuorigrotta e per la quarta di fila in casa (Champions compresa) non trova la vittoria.

Non bastano alla truppa di Spalletti 24 tiri, di cui 8 nello specchio della porta, il 73 per cento di possesso palla, 10 calci d'angolo e 27 cross effettuati. Osimhen non è in giornata e Kvara non inquadra la porta.

Il resto lo fanno Ochoa e Dia, che diventano i simboli del pomeriggio: il portiere della Salernitana mostra il meglio del suo repertorio con cinque parate decisive, l'attaccante fa la giocata che potrà raccontare a lungo. La strada per la permanenza in A è ancora lastricata di insidie, da ieri c'è più ottimismo.

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