Diamanti azzurri

Retegui era grezzo ed è diventato il nove che mancava all'Italia, Frattesi "incompreso" nell'Inter, titolarissimo e bomber per il Ct

Diamanti azzurri
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Uno è il centravanti che la Nazionale cercava da quasi 10 anni dopo i fasti di Balotelli e il mancato feeling tra l'azzurro e Immobile. L'altro è la mezzala con licenza di inserimento, «incompreso» nell'Inter e titolarissimo con Spalletti. Le storie dei classe 1999 Mateo Retegui e Davide Frattesi sono tra le più belle dell'Italia del rinascimento post Europeo.

L'emigrante di ritorno (il bisnonno materno siciliano di Canicattì emigrò Oltreoceano) è stato scovato da Mancini - alla caccia disperata di un 9 di ruolo - su segnalazione dell'ex compagno di squadra Veron mentre El Chapita faceva gol con la maglia del Tigre a tutte le grandi del campionato argentino. Mateo era destinato all'hockey su prato come il resto della famiglia (papà Carlos, ora agente del figlio, olimpionico a Rio 2016 da Ct, mamma Maria campionessa del mondo juniores nel 1993, la sorella Micaela argento ai Giochi di Tokyo 2021), invece iniziò a giocare a calcio nelle giovanili del River.

Subito 2 gol nelle prime due partite azzurre (come gli altri oriundi Orsi, Cesarini e Sivori) nella vecchia gestione, poi da diamante grezzo ha iniziato la crescita nel Genoa con un ex 9 Gilardino, uno dei campioni del mondo di Lippi, proseguita con Gasperini all'Atalanta - già sette reti in A in altrettante partite -. Dove, come in Nazionale, ha superato nelle gerarchie Scamacca complice anche il suo infortunio. «Diventerà un top, dentro l'area di rigore è micidiale e ora ha imparato a relazionarsi di più con la squadra», così Spalletti dopo la gara con Israele nella quale ha segnato il suo sesto gol (due con il nuovo Ct) in 16 presenze azzurre.

Il lavoro simil pivot del basket di Retegui fa salire la squadra e permette un gioco di inserimenti redditizio e spettacolare. Frattesi è una delle «catapulte» che vede la porta, unendo corsa, sostanza, ricerca della profondità. Ed è vittima di un paradosso: per Spalletti indispensabile e bomber (sette gol più uno segnato all'Olanda nell'ultima di Mancini Ct, di cui tre in questa Nations League) perché ha le caratteristiche del prototipo del centrocampista offensivo necessarie all'idea di calcio del Ct; con Inzaghi in nerazzurro è invece il primo dei «non titolari» anche se a differenza della stagione '23-'24 nell'Inter ha già giocato il doppio del minutaggio. Ora che rientrerà Barella, Spalletti risolverà il problema della coesistenza con Frattesi schierando il primo «come sottopunta».

Intanto il centrocampista ex Sassuolo, che ha rivelato come il Ct creda molto in lui, continua a timbrare il cartellino in azzurro: bello il gol realizzato a Israele, meno

piacevole quel brutto colpo subìto alla caviglia sinistra che lo ha tolto dalla contesa in anticipo con uno scarpino rotto. Nelle ultime due gare ha superato i 1000 minuti giocati, entrando nella Top 5 dei presenti di Spalletti.

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