Il Diavolo è tornato

Secondo tris di fila dopo l'apertura dell'inchiesta dei pm di Milano. Theo sfonda il muro del Verona: la squadra di Pioli adesso sta bene

Il Diavolo è tornato
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È ufficialmente tornato il Milan, il Milan dell'avvio di stagione quando realizzò in 8 sfide una sola sconfitta (pesante nel derby) collezionando 7 successi e il comando della classifica. Poi accadde qualcosa di molto noto e di molto decisivo: la perdita completa dell'apparato difensivo con gli infortuni in sequenza di Kalulu, Tomori, Kjaer e Thiaw che costrinsero a qualche modesto rimedio sul mercato di gennaio (il ritorno di Gabbia e l'inutilizzato Terracciano dal Verona) e la discesa al terzo posto con perdita della qualificazione in Champions. Adesso il Milan è tornato. Non a caso in coincidenza con il recupero quasi completo della rosa a disposizione del suo allenatore Stefano Pioli il quale ha messo in fila nelle ultime partite di campionato una striscia prodigiosa di punti, 33, grazie a 10 successi e una sola sconfitta, in quel di Monza. Anche ieri, a Verona, non proprio un viaggio comodo per i recenti risultati della squadra di Baroni, il Milan ha lucidato l'antico motto berlusconiano: vincere e convincere. Ha vinto largo, più nettamente del 3 a 1 finale i suoi meriti (2 traverse schiantate da Okafor e Pulisic) onorando il calcio con una prova di grande autorevolezza prima tecnica e poi fisica e temperamentale.

Sofferti solo quei minuti a metà della ripresa dopo il gol di Noslin a dimostrazione che non si può concedere confidenza a nessuno di questi tempi, tanto meno al Verona impegnato in una orgogliosa rincorsa per salvare la serie A. Così, approfittando del pari juventino, con il secondo posto confermato alle spalle dell'Inter, Pioli è riuscito a scavare 3 punti di distanza da Allegri dando una dimostrazione palese di godere di grande condizione fisica. Mai affiorata, nemmeno nella fase finale, la stanchezza giustificata dal recente viaggio a Praga: per questo motivo si possono spiegare da una parte le prodezze di Theo Hernandez (il suo gol a fine primo tempo è un inno alla strapotenza fisica) e dall'altra il quarto sigillo consecutivo di Pulisic, autore anche di una traversa che sta ancora tremando. Non solo. Poi c'è da registrare un altro squillo di tromba, autore Chukwueze, il nigeriano rimasto un po' ai margini in questi primi mesi di calcio italiano.

Le sue sono sempre giocate decisive. In Champions, a Newcastle firmò il 3 a 2 prezioso per scivolare in Europa league dalla Champions, ieri a Verona una stoccata di quelle che fanno presagire il suo talento balistico e anche i margini di miglioramento. «Mi fido di Pioli, rimango concentrato» le sue prime parole dopo quel 3 a 1 che cancella dal pomeriggio veronese ogni ansia e angoscia.

Ne restano un paio: la prima legata alla distorsione al ginocchio destro rimediata da Kalulu appena rientrato da titolare dopo 14° giorni, la seconda riferita all'ammonizione gratuita di Theo Hernandez che, prossimo alla squalifica, dovrà saltare la Fiorentina dopo la sosta per le nazionali. Recuperata anche una qualità dimenticata: vincere fuori da San Siro. Ieri quinto successo su 6 trasferte. Mica male.

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