"È il Dio delle moto". Gli altri piloti commentano il ritiro di Valentino Rossi

Tantissimi gli attestati di stima e ammirazione riservati al Dottore. Anche dal vecchio rivale Max Biaggi

"È il Dio delle moto". Gli altri piloti commentano il ritiro di Valentino Rossi

Idolo, leggenda, monumento, storia. C'è l'imbarazzo della scelta per gli aggettivi usati dai piloti di MotoGP per commentare l'annuncio del ritiro di Valentino Rossi.

L'incredulità la si legge negli occhi dei suoi colleghi. In questi anni di carriera Valentino ha segnato il mondo delle due ruote come nessuno non soltanto per le vittorie ma per il suo stile dentro e fuori dalla pista. La sua assenza dalle corse mancherà ovviamente a tutti i suoi tifosi ma di sicuro anche ai suoi rivali, perfino a quelli più acerrimi.

"Era già due volte campione del mondo quando sono nato. Ho potuto gareggiare con lui e immaginare che l'anno prossimo non sarà con noi è un pò triste. È stata la persona che mi ha spinto a voler essere un campione di MotoGP", apre in conferenza stampa il leader attuale della classifica, Fabio Quartararo, seguito da Johann Zarco: "Gli dico grazie: ha cambiato la visione delle gare dal 2000, anche chi non sa nulla di moto conosce Valentino. La sua carriera è stata talmente lunga da vederla in tv, da vederlo diventare il nostro idolo e poi correre con lui: non credo ci siano tanti sportivi che possano realizzare i sogni dei bambini". Per Joan Mir "Vale è come Michael Jordan", per Maverick Vinales è"il dio delle moto", per Miguel Oliveira è "una leggenda, amato da tutti anche quando non vinceva".

"Era nell'aria, ce lo immaginavamo. La cosa curiosa che a noi non ha detto niente, ci siamo svegliati stamattina e abbiamo visto la breaking news. Ho sperato nella supercazzola fino alla fine e invece no. Ci ha lasciato un bel testimone, se siamo qui è merito principalmente suo. Ora sarà il momento di rendergli onore nella massima categoria". Occhi lucidi per Uccio Salucci, amico da sempre e direttore sportivo della VR46: "Lo so da qualche giorno, ma un altro conto è sentirglielo dire davanti al mondo intero. Ha cambiato il modo di correre e ha alzato il livello generale: si è sempre messo in gioco, da casa lo hanno capito ed è stato amato da tutti". Non può restare indifferente Lin Jarvis, boss della Yamaha: "Anche per noi non è una giornata normale, mi ha detto la decisione un paio di giorni fa. Siamo stati insieme per 16 anni, in due parti: il primo anno in cui è venuto da noi è stato un momento di rinascita per la Yamaha nella MotoGP".

Per comprendere la grandezza del Dottore, basterebbero i commenti di due dei suoi più grandi rivali. "Nel paddock l'avremmo voluto per un altro anno, sarebbe stato vederlo nel suo team con suo fratello - dice Marc Marquez a Sky Sport - Abbiamo imparato tanto da lui: ha portato tanto nel mondo del motociclismo". Sincero anche il video messaggio di Max Biaggi, con cui ebbe un'accesa rivalità nei primi anni di carriera.

"Non abbiamo mai neppure fatto finta di essere amici dentro e fuori dalla pista, ma abbiamo animato una delle rivalità più belle del motociclismo di sempre. Questo manca a noi, ai nostri tifosi: magari ci ritroveremo davanti un bicchiere a farci qualche risata".

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