Predominatly white, ma questa volta un po' troppo immacolato. «Non si doveva impedire ai giocatori russi e bielorussi di giocare»: lo hanno ripetuto più o meno tutti, alla vigilia di Wimbledon. Eppure è successo, ed è sbagliato. Così come sbagliato è il fatto che dall'altra parte l'Atp punisca gli inglesi cancellando i punti per il ranking per questa edizione dei Championship, senza paracadute per chi è iscritto al tabellone: si giocherà per la gloria, quella del vil denaro. Visto che il montepremi complessivo è salito a 46 milioni di euro. Con il polacco Hurkacz che devolverà al popolo ucraino 10 euro per ogni ace messo a segno nel corso del torneo.
È insomma un'edizione un po' strana quella 2022 a Church Road, quella che festeggia il centenario da quando il torneo si spostò qui da Warple Road. Sarà Novak Djokovic, come tradizione a celebrare il secolo del Campo Centrale inaugurandolo alle 13.30 ora di Londra, ma tutto è un po' folle di questi tempi. Nei quali appunto il numero uno del mondo, il russo Medvedev, non ci sarà perché bandito dal circolo. Come se lui, e gli altri come lui, fossero responsabili di quanto succede tra i loro Paesi e l'Ucraina: «Quello che posso dire da figlio di una guerra - ha affermato Djokovic - è che so come ci si sente ad essere nella posizione. Ma d'altra parte, non posso dire di essere pienamente d'accordo a vietare all'infinito a giocatori di tennis russi e bielorussi di gareggiare, non vedo come abbiano contribuito a tutto ciò che sta realmente accadendo. Penso che accetterebbero il compromesso che hanno effettivamente avuto, come una situazione con partite olimpiche da giocare sotto bandiera neutra».
Insomma: il tennis sta bene ma non benissimo, soprattutto in queste due settimane che per la prima volta vedranno cadere la pausa londinese della domenica di mezzo. Sul Telegraph, per dire, è scoppiato il caso arbitri dopo la denuncia dell'ex giudice croata Tamara Vrhovec sui metodi sessisti dell'organizzazione. E poi appunto la decisione, irrazionale, di neutralizzare i punti in classifica, provocherà per esempio scossoni come quello che coinvolge Matteo Berrettini. Lo scorso anno finalista, reduce dai successi sull'erba a Stoccarda e al Queen's, ma che se anche dovesse vincere a Wimbledon si troverà poi fuori dai primi 20 del mondo: «Non mi nascondo più - dice lui intanto -, so di poter arrivare lontano. In finale? Perchè no. E se fosse contro Djokovic vuol dire che sarebbe arrivata l'ora di batterlo». Parla su serio.
E allora ecco comunque il via, con la curiosità di vedere di nuovo Serena Williams in campo, di capire se il piede di Nadal gli permetterà la rincorsa ad un incredibile Grande Slam, di godere comunque vada dell'erba più bella del mondo.
Un po' più bianca del solito.Italiani oggi (dalle ore 12). Uomini: Sinner-Wawrinka, Fonini-Griekspoor, Vavassori-Tiafoe. Donne: Trevisan-Cocciaretto, Bronzetti-Li. Tv: Sky e Now Tv. Su Supertennis alle 21 il match del giorno.
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