In un agosto rovente per le due ruote, il Motomondiale fa tappa a Silverstone. Qui, dove un anno fa il maltempo cancellò il GP dal calendario, c'è grande attesa per il ritorno di Jorge Lorenzo. Il pilota maiorchino manca all'appello ormai da quasi 2 mesi, da quel 28 giugno, giorno dell'incidente nelle FP1 ad Assen in cui si era fratturato le vertebre T6 e T8. Un brutto colpo, anche per un osso duro come Jorge, che gli ha fatto perdere 4 gare. Nelle ultime due lo ha sostituito il collaudatore tedesco Stefan Bradl.
Già prima dell'infortunio (e dello strike del Montmelò), Lorenzo aveva tanto da dimostrare. Oggi quel fardello è ancora più appesantito dall'hype per il ritorno in seguito allo stop. Il feeling con la Honda non è ancora sbocciato, tanto che ha preso piede un suo possibile addio alla casa giapponese dopo appena una (semi-fallimentare) annata. Gigi Dall'Igna, direttore generale della Ducati, alla vigilia del GP d'Austria aveva dimostrato tutto il proprio apprezzamento per lo spagnolo. «Se c'è un'opportunità, è giusto verificare: devo cercare di mettere sulle nostre moto i piloti migliori», la risposta ai rumors che volevano Lorenzo vicino alla Ducati (prima del rinnovo di Miller fino al 2020).
Jorge deve ancora tornare in sella, ma intanto riesce a portare zizzania, quasi senza volerlo. Già, perché l'eco delle parole di Dall'Igna è risuonato fastidioso alle orecchie dei ducatisti. E non sono mancate le reazioni di Petrucci («Non mi interessa cosa voglia fare Lorenzo») e Dovizioso («Non serve alla Ducati per crescere»). Davanti ai microfoni come in pista, vista la vittoria del Dovi sul filo di lana al Red Bull Ring su Marquez. Un duello che vale un Mondiale, quello in cui Lorenzo ormai può avere solo il ruolo della comparsa.
Intanto, a spegnere (o ad alimentare) il fuoco relativo al futuro di Jorge che ha tentato a vuoto anche un approccio con la Yamaha Petronas - ci pensa il padre del pilota: «Negli sport c'è sempre una squadra che va bene e un'altra che va male, e inevitabilmente si prova cambiare qualcosa. Ma è chiaro: continuerà in Honda fino a quando entrambe le parti saranno felici.
Ancora un anno e vedremo cosa succede». Lorenzo-Honda, fiducia a tempo, quindi. Cercando di raggiungere una confidenza idilliaca con la moto a cui Jorge e il suo team aspirano da tempo, salvo poi trovarla solo nei sogni. E nelle gare di Marquez.
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