Due tabù e una battuta Pioli crede nella ripartenza

L'Udinese e Cioffi da esorcizzare. E fra lepri, cacciatori, guardie e ladri, il tecnico sceglie «tana libera tutti»

Due tabù e una battuta Pioli crede nella ripartenza
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C'è un doppio tabù da infrangere questa sera per il Milan di Pioli in quel di Udine. Uno si riferisce al ritardo del successo in quello stadio (ultimo precedente datato 1 novembre 2020), l'altro riguarda addirittura Cioffi, appena ritornato alla guida tecnica dei friulani, mai battuto da Pioli. Anzi all'andata a San Siro proprio Cioffi, appena subentrato a Sottil, conquistò il primo successo del campionato dell'Udinese. «Conta il presente e non il passato» risponde il tecnico di Parma che non è certo il tipo da indulgere troppo dinanzi a certe ripetizioni di risultati. Forse perché l'ultimo Milan, uscito dalla sfida con la Roma con un rotondo 3 a 1, gli suggerisce qualche buon proposito confermato indirettamente dalla scelta di confermare in blocco lo schieramento di una settimana prima. Per farlo c'è anche bisogno che Leao torni a occupare la casella dei marcatori: non segna da una vita (23 settembre contro il Verona). «Eppure per noi è sempre determinante» rintuzza Pioli. Allora è meglio puntare sul mantra di questo nuovo anno («dobbiamo fare più punti del girone di andata») con un codicillo prezioso ricavato dai piani sul calcio-mercato. Buongiorno è un capitolo chiuso («resta al Torino al 100%» dixit Urbano Cairo) ma resta aperta la casella di un difensore da reclutare al più presto unitamente a un centrocampista («Adli è da considerare come un nuovo acquisto ma avendo perso Pobega, ceduto Krunic e con Bennacer in coppa d'Africa, è possibile l'arrivo di un altro elemento»). Segno che il club non vuole lasciare niente di intentato.

Dopo il tabù e nell'attesa di buone nuove dal calcio-mercato, c'è anche un gustoso dibattito aperto dall'Inter («la lepre deve schivare le fucilate del cacciatore» firmato Beppe Marotta) e rilanciato da Allegri («è così, i ladri scappano e le guardie inseguono») al quale Stefano Pioli sembra partecipare con una frase di discreto impatto. «Da ragazzo mi piaceva giocare a nascondino e poi tana libera tutti» la battuta che dice tutto e niente sui propositi improbabili d'inseguimento. La verità è che si possono coltivare a Milanello tali propositi solo in coincidenza di una striscia molto lunga di risultati positivi e di successi in viaggio. Non trovano invece grande riscontro le voci di emissari del fondo Pif presenti a Milano (con Gerry Cardinale nel frattempo a Dubai) ai fini di un imminente cambio di proprietà immediato legato al rilancio della figura di Paolo Maldini. Che possa avvenire una cessione non lo si esclude, non prima d'aver avviato la costruzione dello stadio a San Donato per accrescere il valore del club.

Di contro, nella realtà rossonera, cresce giorno dopo giorno l'inserimento di Ibrahimovic dentro il suo nuovo ruolo dirigenziale con presenze quotidiane a Milanello e informazioni costanti sul funzionamento dei diversi meccanismi societari.

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