Dupasquier travolto, lotta per la vita

Jason investito da altre moto e piloti: la sicurezza non può nulla

Dupasquier travolto, lotta per la vita

Scarperia. Ci sono certe dinamiche nelle corse che non possono essere evitate, in particolare quando un pilota cade in pista, esponendosi così al pericolo dei colleghi che arrivano dietro di lui. Così è stato per il brutto incidente avvenuto ieri sulla pista del Mugello durante le qualifiche della Moto3. Jason Dupasquier è caduto nell'ultimo giro delle Q2 all'uscita dell'Arrabbiata due. Il 19enne svizzero ha perso il controllo della sua KTM e nell'impatto a terra ha subìto un importante trauma cranico e toracico. Con tutti i piloti lanciati nel giro veloce per la conquista della pole, il pilota del team PruestelGP è stato travolto dalle moto di altri due piloti che lo seguivano a poca distanza, il giapponese Ayumu Sasaki e lo spagnolo Jeremy Alcoba. Dupasquier è stato immediatamente soccorso dalla struttura sanitaria del circuito. Una volta ripristinati i parametri vitali, il pilota è stato stabilizzato ed elitrasportato al Policlinico di Careggi di Firenze, dove già l'attendeva un'équipe di neuro-chirurgia per sottoporlo a tutti gli accertamenti del caso.

«Stavamo riprendendo velocità, ero in quarta marcia, quando all'ultimo momento ho intravisto davanti a me Gabriel Rodrigo che rallentava improvvisamente. Mi sono spostato sulla destra per evitarlo e così mi sono trovato Jason davanti. Ho cercato di frenare, ma credo di averlo colpito alle gambe», ha raccontato Jeremy Alcoba in una dinamica, che per un attimo ha fatto temere il peggio.

Con l'attività di pista interrotta per eseguire al meglio i soccorsi, i piloti della MotoGP, i prossimi a dover scendere in pista, hanno reagito ognuno nel suo modo per esorcizzare il pericolo insito di questo sport. «È un momento in cui rimani con il fiato sospeso. Spero che quel ragazzo riesca a cavarsela al più presto», ha commentato Giacomo Agostini dai box del Mugello. «Il tema della sicurezza è indispensabile» ricorda il 15 volte campione del mondo, che nel lontano 1976 aveva firmato la pole position nella classe 500 in occasione della prima gara di Motomondiale ospitata al Mugello. «Rispetto ai miei tempi, le condizioni di sicurezza sono incredibilmente migliorate ed oggi corriamo in circuiti sicuri, ma la dinamica di un pilota che cade quando è in gruppo rimane imprevedibile».

Quanto a sicurezza, il Mugello è un'eccellenza che può vantare una superficie complessiva delle vie di fuga di 116.000 metri quadri pari ad oltre 16 Stadi Olimpici a Roma, 1200 metri di barriere speciali e 192.000 gomme a protezione dei muretti.

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