E c'è già il nome del sostituto: Conceiçao: un milione per 6 mesi

Rottura del tecnico col management, tra i motivi il mercato. Ed emergono i limiti della governance

E c'è già il nome del sostituto: Conceiçao: un milione per 6 mesi
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Turbolenta la domenica di fine anno milanista. Perché qualche ora prima della sfida di San Siro hanno preso a circolare le prime indiscrezioni sulla panchina di Paulo Fonseca, addirittura considerato a rischio esonero anche nel caso di successo sulla Roma. Chiave di lettura conseguente la rottura, improvvisa e traumatica, dei rapporti con il management rossonero, secondo una ricostruzione confermata dalla presenza soltanto venerdì a Milanello di Giorgio Furlani, ad del club. Mai segnalato invece Ibrahimovic. Con l'avvicinarsi della serata di San Siro altre voci si sono intrecciate e tra queste anche un tempestoso confronto tra il tecnico e la dirigenza, probabilmente sul tema del prossimo calcio-mercato. Anche perché, prima di cominciare, ai microfoni di Dazn, Fonseca ha riconfermato esattamente le opinioni espresse sabato pomeriggio in conferenza stampa a Milanello. E cioè: 1) «Saelemaekers sa quello che gli ho detto», tradotto non era favorevole alla sua cessione alla Roma in prestito; 2) «considero Tomori utile», tradotto vuol dire che se dovessero cederlo non sarebbe certo con il consenso del tecnico proprio mentre il club è in trattativa avviata con la Juve, così raddoppiando l'errore strategico già commesso in estate con il trasferimento in bianconero di Kalulu.

Per rendere ancora più credibile l'indiscrezione sulla possibile rottura con Fonseca, poi espulso ieri sera dopo l'atterramento di Reijnders in area Roma, ha preso a circolare anche l'identità del suo eventuale sostituto, Sergio Conceiçao (1 mln per 6 mesi, con opzione di rinnovo), già attaccante della Lazio, allenatore di recente in Portogallo, papà di Francisco, il furetto della Juve di Thiago Motta. A rendere più turbolenta la serata poi la contestazione di S. Siro che continua dopo la notte della malinconica festa di compleanno con il Genoa. Anche questa volta cori in particolare contro il proprietario Gerry Cardinale («noi non siamo americani, Cardinale devi vendere») a dimostrazione che nel mirino del tifo milanista è finito l'azionista oltre che il suo management.

E l'eventuale esonero di Fonseca a poche ore dalla partenza per l'Arabia (Supercoppa d'Italia) di certo non risolve il problema, se mai provvede a moltiplicarlo e ad accentuare il sospetto di una governance non all'altezza e di un provvedimento in ritardo.

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