Ecclestone: "Schumacher era leader, Vettel no"

L'ex padre padrone del Circus, chiude definitivamente il paragone tra i due campioni tedeschi: la sensibilità di Sebastian il problema di fondo

Ecclestone: "Schumacher era leader, Vettel no"

Bernie Ecclestone tira le somme di questa stagione 2018 ormai al termine: più della vittoria Mercedes – Hamilton a far discutere rimane l’accoppiata Ferrari – Vettel.

Una vittoria mancata quella di quest’anno, arrivata improvvisa come un acquazzone estivo: dopo le prime gare incredibilmente positive che avevano decisamente illuso, il ritorno con i piedi per terra a seguito della debacle parallela alla scomparsa di Marchionne (prima) e il pasticcio settembrino (dopo).

Così ancora una volta per i tifosi di Maranello la speranza è nell’anno venturo, dopo i presupposti incoraggiati del 2018: alla fine, a fare meglio di tutti in questi anni è rimasto Alonso, che era arrivato così vicino al titolo nel 2012 pur avendo una monoposto oggettivamente inferiore.

Un po' la squadra, un po' Vettel, gli errori impensabili non sono mancati e lo stesso Ecclestone ne è rimasto stupito: “Ero convinto davvero che la Ferrari ce l’avrebbe fatta e non conosco le ragioni per cui a un certo punto dell’anno si è persa, senza un valido motivo”.

E ancora: “Vettel ha commesso errori così come il team: su alcune piste la Mercedes è andata molto forte. Ma alla fine, facendo un bilancio, è stata la Ferrari la monoposto complessivamente migliore”.

Già ieri in conferenza stampa Maurizio Arrivabene ha avuto un acceso scambio di opinioni con la stampa inglese, che ha indicato nel pilota tedesco l’anello debole in questo 2018. Il dirigente bresciano ha fatto quadrato intorno a Vettel, ricordando come si sia vinto e perso come squadra questo mondiale.

L’ex patron della F1 a tal proposito non ha mancato di ricordare ancora una volta le fragilità di Sebastian: “Si è dimostrato molto sensibile caratterialmente, il che è strano per un tedesco. Deve essere più forte dentro, osservare le cose con maggiore serenità: non è finito come alcuni dicono, semplicemente è disorientato”. Osservazioni più volte fatte da Marchionne in passato.

Per chiudere il quadro, un inevitabile paragone con quel campione tedesco simbolo per anni delle vittorie di Maranello “Schumacher prese sulle spalle la Ferrari e la guidò fuori dalla crisi. Era un leader, Vettel non è così”. Non a caso lo stallo si è fatto più forte proprio dopo la scomparsa di una figura come quella di Marchionne, pilastro della Rossa “Incuteva e riceveva rispetto, la sua presenza legava la squadra e avrebbe iniettato fiducia per raggiungere l’obiettivo”.

Ultimo pensiero riguardo Raikkonen e la direzione della scuderia: “Avrei

tenuto il finlandese in squadra, mentre serve qualcuno che indirizzi gli elementi di valore in fabbrica: non serve una persona che disponga le direttive e scompaia”. Una frecciatina piuttosto secca a Camilleri e Elkann?

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