Era il 18 dicembre quando abbiamo intervistato Fausto. Solo lui, impegnato in ogni classe mondiale, MotoE compresa, avrebbe potuto raccontarci il 2021. L'intervista doveva uscire a fine anno. Ma il 26 la notiza del ricovero. E l'abbiamo fermata. Letta oggi, racconta tutto l'amore per la sua gente e la sua voglia di futuro. Ciao Fausto!
Il terrore. La scorsa primavera Fausto Gresini, 2 mondiali vinti da pilota, 7 da team manager, a capo di una struttura impegnata in tutte le classi del Motomondiale, ha temuto il peggio. La cancellazione del Campionato MotoGP a causa della pandemia avrebbe rappresentato per l'imolese «la fine di un'era, scomparire». Grazie all'ottimo lavoro di Dorna, Irta, i team e le Case, la MotoGP interrotta a marzo e ripresa a fine luglio ha regalato in un condensato di 4 mesi un campionato entusiasmante.
Qual è il bilancio di questo 2020?
«È stato un anno molto complicato. Le restrizioni imposte dal Covid ci hanno costretto a fare i conti con una coperta già corta. Ezpeleta, però, ha fatto un ottimo lavoro mettendo insieme un business plan e un calendario che ha permesso di salvare la stagione in sicurezza e credibilità».
C'è stato un momento di paura?
«Più che paura, il terrore. Durante i mesi del primo lockdown ho temuto il peggio: bloccare il circus avrebbe significato scomparire. Da imprenditore sentivo la responsabilità dei miei dipendenti: 73 famiglie in totale. Abbiamo rivisto i contratti con gli sponsor e preso dei rischi per supportare chi lavora da anni con noi perché la Gresini Racing è prima di tutto una famiglia».
Nei momenti bui è prevalso l'ex pilota?
«Mantengo la grinta e la determinazione di quando correvo, ma coi budget devi mettere da parte il cuore e ragionare da imprenditore».
Come hanno risposto i partner?
«C'è stato un ridimensionamento, ma alla fine siamo soddisfatti. Sono contento anche guardando al 2021. La cosa importante è andare avanti».
E da poco anche l'annuncio del rinnovo dell'accordo con Dorna come Indipendent team in MotoGP fino al 2026.
«Il rinnovo era strategico e apre scenari ancora da scrivere che ci entusiasmano. Il prossimo anno sarà il 7° e l'ultimo con Aprilia in MotoGP. Anni difficili in cui sono mancati i risultati. Mi piacerebbe concludere con almeno un podio, prima di tornare a gestire in prima persona la squadra MotoGP. Mi manca non avere la parola sulla scelta dei piloti, sulle decisioni tecniche».
Novità?
«Tante, soprattutto in Moto2 dove schieriamo Di Giannantonio e Bulega. Abbiamo attinto a professionalità da altri team per riportare a casa il titolo vinto con Toni Elias nel 2010».
E in Moto3?
«Ho voluto dare fiducia ai ragazzi che hanno vinto il titolo con Jorge Martin nel 2018».
E poi la MotoE.
«Abbiamo vinto il titolo con Matteo Ferrari nel 2019 e ci riproviamo nel 2021. Io sono della vecchia scuola che ama il rombo del motore, ma sono anche a favore dell'innovazione.
Unico team indipendente, insieme a Petronas, presente in tutte le categorie, ha già deciso con quali moto correrà nel 2022?
«È una scelta strategica che stiamo valutando.
Una cosa è certa: vogliamo tornare vincenti. Siamo stati 3 volte vicecampioni del Mondo in MotoGP con Gibernau e Melandri. Puntiamo in alto e adesso siamo più forti di prima con la lezione appresa da questo complicato 2020 di paura e incertezze».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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