Il mondo cambia in fretta. Anche quello del calcio. E così le parole pronunciate da Allegri domenica sera dopo il ko casalingo contro il Milan sono invecchiate in frettissima: «Mi auguro che ad agosto ci dicano dove dobbiamo stare e se potremo partire alla pari con le altre squadre», questo il succo. Ieri all'ora di pranzo, nemmeno 48 ore dopo, ecco il verdetto: la Juventus, in seguito al patteggiamento con il Procuratore generale Giuseppe Chiné di fronte al Tribunale Federale Nazionale, partirà da zero punti in classifica come tutti. Nel frattempo, avrà già pagato l'ammenda di 718.240 euro (da destinare a un fondo che si occuperà della rinascita degli impianti sportivi danneggiati dall'alluvione in Emilia Romagna) che lo stesso Tribunale le ha comminato in relazione alla manovra stipendi, ai rapporti con gli agenti e a quello con gli altri club, le cosiddette partnership.
A fronte di questa sanzione la società bianconera rinuncia alla presentazione di ricorsi innanzi al Collegio di Garanzia dello Sport e, successivamente, al Tar: la stagione dei processi sportivi della Juventus non quella di Andrea Agnelli, che andrà a processo il 15 giugno, avendo scelto di non patteggiare - si è chiusa ufficialmente ieri con il titolo bianconero che in Borsa ha guadagnato il 4,40 per cento. Arriverà poi il tempo del processo civile, ma intanto la società bianconera e l'intero mondo del pallone (o buona parte di esso) tirano un sospiro di sollievo. Non a caso, il presidente federale Gravina è apparso sollevato: «C'è un momento per la verifica, l'accertamento e i giudizi, ma c'è anche un momento per definire e guardare al futuro con serenità. Il tutto nel rispetto assoluto delle regole. Quest'ultimo atto è previsto dal Codice di Giustizia Sportiva. Credo sia il risultato più bello per il calcio italiano, per aver trovato un momento di serenità».
Tutti più o meno soddisfatti, insomma. Anche se la Juventus ha ribadito «la correttezza del nostro operato e la fondatezza delle argomentazioni difensive», avendo intrapreso la strada del patteggiamento «nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders. La definizione di tutti i procedimenti sportivi Figc aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all'allenatore della prima squadra e ai giocatori di concentrarsi sull'attività sportiva ed in particolare sulla programmazione della prossima stagione».
Si guarda avanti, inevitabilmente e finalmente. Aspettando anche le decisioni dell'Uefa, che potrebbe squalificare la Juventus dalle proprie competizioni per almeno una stagione: rinunciare alla prossima Conference League o, nel migliore dei casi, all'Europa League non sarà comunque un dramma tenuto conto che gli 80 milioni garantiti di media dalla partecipazione alla Champions non sarebbero comunque arrivati.
«Colpa», in questo caso, della penalizzazione di 10 punti maturata nel processo plusvalenze a proposito del quale ieri la Corte Federale d'Appello ha pubblicato le motivazioni precisando come il comportamento di ogni dirigente interessato abbia inciso sulla stessa: Paratici è così costato 4 punti, Agnelli 3, Arrivabene 2 e Cherubini 1.
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