L'invasione, pacifica, dopo la batosta. La preparazione alla semifinale di ritorno della Champions league è cominciata così a Milanello. Con la carica dei 500 tifosi, reduci dal faccia a faccia di La Spezia, scortati da striscioni, fuochi d'artificio e cori d'incoraggiamento a tal punto da richiedere l'arrivo davanti alla cancellata di Maldini, Massara, Pioli e il resto del gruppo rossonero che hanno ringraziato con un applauso finale. Anche il club, ufficialmente, ha fatto la sua parte e postato le foto della visita ricevuta con la seguente scritta: «Amore incondizionato, una passione che non si spegne mai». Si è così concluso anche il surreale dibattito sul significato di quell'incontro ravvicinato a fine partita - richiamati da Calabria alcuni colleghi che già si avviavano verso lo spogliatoio - tra curva sud e squadra Milan, con Pioli insieme ai suoi, quasi come un segnale protettivo. La mossa della procura federale della Figc, che nelle prime ore della domenica, ha comunicato l'apertura di un fascicolo per capire se ci fossero state delle minacce, è risultata improvvida oltre che spinta dal mondo dei social e dai commenti a sproposito. Dimenticando tra l'altro che identica scena è stata registrata dal web dopo la sconfitta dell'Inter sempre a La Spezia: stessa curva, stesso stadio. Solo che allora le anime belle rimasero in rigoroso silenzio. Alla fine l'indagine sarà richiusa prima ancora di essere aperta. Sui tempi d'intervento, l'ufficio diretto da Chinè, non ne azzecca una da qualche mese a questa parte.
Poi restano gli errori e gli orrori commessi dal Milan che nelle ultime 11 partite ha collezionato una media punti da retrocessione, 1,25. Non solo. Per via delle marcature a zona, sui calci piazzati, ha continuato a imbarcare acqua, anzi gol pesantissimi, tipo Dzeko e il polacco spezzino sabato sera. Un terzo dei gol subiti dalla difesa rossonera - che un torneo fa concluse con una striscia di zero gol subiti - è avvenuto da calcio piazzato. Ecco l'altra emergenza a cui Pioli dovrebbe rimediare se ne avesse il tempo. E il tempo, francamente, è pochissimo. Perché è solo ipotizzabile il ricambio tra Kjaer e Thiaw con Tomori al centro della difesa, più il punto interrogativo legato alla presenza di Leao. Ieri il portoghese si è allenato in gruppo nella prima parte senza partecipare alla partitella finale. E qui nasce il quesito di fondo che accompagnerà tutto il Milan fino alla 21 di domani sera. Conviene farlo rientrare in Champions oppure non è il caso di lasciargli altri giorni per completare il recupero e riaverlo con la Samp in campionato? Anche perché nel frattempo il presidente Paolo Scaroni non ha fatto mistero dell'autentica missione aziendale. «La partecipazione alla prossima Champions league è la condicio sine qua non» ha spiegato dopo aver fatto professione di ottimismo («il Milan è capacissimo di ribaltare il risultato dell'andata; c'era qualcuno che immaginava il 4 a 0 sul Napoli?»).
Solo che il 2 aprile era un altro Milan, nella testa e nei muscoli e che all'appello - al netto di Leao - mancherà Bennacer che fu uno dei protagonisti decisivi di quella serata dettando per esempio il traversone sul 2 gol di Diaz e oscurando per la tutta la partita la regia di Lobotka.
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