Diavolo batticuore

Europa League, Slavia in 10 dal 26'. Il Milan prima ne approfitta poi si complica la vita. All'85' Leao offre a Pulisic il gol della tranquillità

Diavolo batticuore
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Sul conto di quest'ultimo Milan ci sono solo due sicurezze da ieri sera. La prima suggerita dall'ad Giorgio Furlani a proposito di improbabili trattative sull'assetto azionario del club in nome e per conto di Gerry Cardinale. Trattative con Pif? Solo speculazioni spiega in modo energico. La seconda è quella dettata dal Milan ieri sera, inguardabile nel gioco e nel reggere con la superiorità numerica sullo Slavia, è che se si sveglia dal torpore Leao son dolori per chiunque incroci la sua strada. Tocca a lui, dopo una mezz'ora al buio, dettare la traiettoria del primo gol di Giropud e poi chiudere, con l'affanno collettivo mostrato in precedenza dai suoi, con una serpentina degna del miglior fuoriclasse. Può bastare per fare strada al cospetto di concorrenza strepitosa (Liverpool, Roma etc.)? Risposta da affidare alle prossime esibizioni. A giudicare ieri sera sicuramente no. Dieci minuti o poco più fatti bene. Bastano al Milan dalla doppia vita per rovesciare lo Slavia nel frattempo ridotto in dieci a metà della prima frazione (rosso del severo arbitro turco a Diouf per intervento a martello su Pulisic) e passare da una mezz'ora di grave inadempienza calcistica a un promettente 3 a 1, imprevedibile e imprevisto specie alla luce delle prime escursioni coraggiose dello Slavia, padrone del palleggio e del gioco. I dieci minuti fatti bene cominciano, forse non a caso, con Leao (perfetto arcobaleno per Giroud sul secondo palo e gol di testa a porta vuota) fino ad allora poco servito e ancor meno coinvolto e finiscono prima dell'intervallo con l'esibizione balistica di Reijnders (dal limite destro nell'angolo scoperto) e di Loftus Cheek in volo sull'angolo al bacio di Florenzi. Così si passa, nel breve volgere di pochi minuti, dall'insoddisfazione rossonera testimoniata anche dai richiami di Pioli al promettente 3 a 1. Già perché lo Slavia, nonostante lo choc per l'espulsione del suo difensore, riesce a rimontare il primo sigillo di Giroud con una sventola dal limite di Doudera su cui Maignan può solo sfiorare il cuoio prima di arrendersi all'assedio rossonero.

A dispetto della superiorità numerica e di qualche altro gol cercato da Leao non con la necessaria cattiveria, anche nella ripresa il Milan si lascia sedurre dal coraggio dello Slavia che non a caso risale lentamente la china e raggiunge con Schranz, appena entrato, sul 2 a 3 a dimostrazione di una vitalità che dovrebbe insegnare qualcosa. E non è solo responsabilità diretta dei difensori perché i ricambi a disposizione (Calabria e Tomori) invece di produrre solidità consentono ai cechi di spaventare ancora Maignan nel finale.

I fischi di San Siro sono l'inevitabile giudizio sulla prova complessiva del Milan che non può certo pensare di vivere una settimana serena in vista della sfida di ritorno nonostante quello slalom finale di Leao (con probabile tocco finale di

Pulisic ma l'Uefa lo assegna al portoghese) che inchioda il 4 a 2. Se si accende lui, Leao, il Milan ha davanti confini inesplorati. Ma deve imparare a difendere meglio se vuole fare strada in Europa league.

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