F1 2019: Ferrari veloce ma “fragile” e la Mercedes si è nascosta

Conclusi i test è tempo di analizzare quanto visto in attesa che il 17 inizi la stagione

F1 2019: Ferrari veloce ma “fragile” e la Mercedes si è nascosta

Venerdì si sono conclusi i test invernali sul circuito di Barcellona, Sebastian Vettel ha fatto registrare il miglior tempo in 1’16”221 sfiorando la pole position dell’anno precedente e staccando di soli tre millesimi Lewis Hamilton, il tutto senza mai scoprire il vero potenziale della SF-90. Al pari del cavallino anche la Mercedes non ha mostrato tutte le carte e l’unica cosa certa è che a Melbourne saranno molto vicine.

La Ferrari in questi otto giorni di test è apparsa la vettura più in forma, la più veloce sia sul giro secco che sul passo gara, indicata da molti come la favorita, ma solo il 17 marzo si scoprirà con certezza chi ha lavorato meglio. I test collettivi, nonostante alcuni mascheramenti delle prestazioni, hanno fornito alle varie scuderie indicazioni interessanti e la lotta per l’iride sarà molto più serrata di quanto si possa pensare. Di seguito viene proposta una breve carrellata tra le squadre più importanti riportando una breve sintesi di quanto visto fino ad ora.

La Ferrari si è dimostrata sin da subito ben bilanciata e stabile in frenata ma, come ribadito da Mattia Binotto, serve più affidabilità. Tre soste forzate, escluso lo sfortunato incidente occorso a Vettel causato da un detrito che ha rotto il cerchione, sono troppe. Sebbene i problemi riscontrati siano di lieve entità, se la scuderia di Maranello vuole coltivare fino in fondo il sogno mondiale, l’affidabilità non deve venir meno. E su questo aspetto il team principal, nonché direttore tecnico, ha già rivolto l’attenzione e molto probabilmente la SF-90 si presenterà all’appuntamento inaugurale in Australia senza i “problemi di gioventù” fin qui palesati.

In casa Mercedes ha regnato la pretattica. Sia Toto Wolff che il campione in carica hanno attribuito alle rosse un vantaggio di mezzo secondo, salvo poi chiudere con un tempo al millesimo di secondo. La scuderia di Brixworth è quella che ha macinato più chilometri senza mai incappare in inconvenienti tecnici. Ma non ha mai particolarmente brillato sul passo gara tanto che tra la prima sessione di test e la seconda è “corsa ai ripari” portando in pista una vettura radicalmente modificata nel pacchetto aerodinamico, i risultati ottenuti sono incoraggianti nonostante sia forse la squadra che si è nascosta di più.

Apparentemente alle spalle di Ferrari e Mercedes troviamo la Red Bull. A Milton Keynes hanno abbandonato il propulsore Renault in favore della Honda. Le vetture di Newey si sono sempre distinte per il carico aerodinamico sviluppato, che non è secondo a nessuno, e se la potenza erogata dalla power unit nipponica si dimostrasse comparabile con le prime due potrebbe essere la vera sorpresa della stagione. In questi test, intanto, l’atavico problema di affidabilità è sembrato un lontano ricordo per i giapponesi a riprova che la strada intrapresa l’anno scorso sembra essere quella giusta.

Alle spalle dei top team si trova un nutrito groppo di quattro/cinque scuderie pronte a darsi battaglia.

Tra queste troviamo: la Renault, team ufficiale, che ha ben figurato nei test con Hulkenberg e Ricciardo, la Haas apparsa veloce ma non troppo affidabile, la Racing Point (ex Force India) che dispone di un budget molto elevato e una partnership con Mercedes, l’Alfa Romeo (con Raikkonen e Giovinazzi) che ha ben impressionato, specialmente nella prima sessione di test, ed ha una collaborazione molto fitta con la Ferrari ed infine la McLaren, veloce sul giro secco ma tutta da scoprire.

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