F1, Vettel, Horner e il titolo mondiale, crederci fino in fondo

Contrariamente a Newey, l'ex team principal di Vettel pensa che il pilota tedesco possa farcela. E anche lui non perde le speranze per un mondiale che sembrava finalmente a portata di mano.

F1, Vettel, Horner e il titolo mondiale, crederci fino in fondo

Sebastian Vettel dista 40 lunghezze in classifica da Lewis Hamilton: in pratica, per poter diventare campione, il tedesco dovrebbe vincere tutte le ultime sei gare e mettersi alle spalle sempre il pilota inglese.

Una sfida importante, difficile ma non impossibile: così Christian Horner, suo ex team principal in Red Bull, si è mostrato fiducioso nell’impresa.

Del resto, come lui stesso ha fatto notare, nel 2012 Vettel si trovò in mezzo a una situazione simile: 29 i punti di deficit da Alonso, in testa al mondiale con la Ferrari quando mancavano sempre sei gran premi. E la convinzione in Rosso di farcela finalmente.

Invece la rimonta di Red Bull grazie al supporto della squadra, una serie di doppiette e la ritrovata competitività degli avversari (McLaren e Lotus sopra di tutti), permette a Vettel il terzo iride mondiale consecutivo.

Contrariamente a molti, Horner ha fiducia nel suo ex pilota e nella guerra psicologica che si trova ad affrontare rispetto a Hamilton: “di solito è molto bravo anche quando si trova sotto pressione”. Non dello stesso parere si erano espressi in molti, da Newey al collega Webber, senza considerare i fatti recenti che mettono in ombra queste dichiarazioni e le rendono difficilmente condivisibili.

Vettel è consapevole di essere lui stesso il primo artefice del sul successo e non ha mancato di dichiararlo in una intervista a Sport Bild: Tutti abbiamo paura di sbagliare, sono consapevole del fatto che prendendo dei rischi si possa incappare in errori. Ma non bisogna lasciarsi paralizzare da questo timore. Anche Ayrton Senna diceva che non si è un pilota se non si rischia e sono d’accordo, così come capisco il tentativo strategico del team a Singapore. Difenderò sempre la squadra. L’obiettivo ora dev’essere uno soltanto, vincere tutte le rimanenti gare perché l’esito dipenda soltanto da noi stessi”.

Vettel su questo ha ragione: la quasi totalità degli errori commessi in questo anno è additabile a lui o al muretto, più che a sfortuna o altro. Alla fine, quanto recriminabile non potrebbe essere come in passato girato altrove, ma internamente alla Scuderia Ferrari che si trova in pista.

Squadra che Vettel difende ma da cui è stato vicendevolmente difeso, in particolare nei (grossi) errori commessi in questi due ultimi anni.

Ma il tempo corre per tutti, tanto più in Formula 1: il riposizionamento di LeClerc al suo fianco nel 2019 è una bomba ad orologeria messa per fare memoria di ciò. Se non sarà in grado di sfruttare lui una macchina vincente come si è dimostrata quest’anno la SF71H, ci penserà il monegasco giovane promessa a farlo.

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