La fede granata ora diventa l'unità di misura della sconfitta

Il presidente Urbano Cairo non se ne abbia. Così come tutti noi tifosi del Toro. Da fede, quella granata sta purtroppo diventando un'unità di misura

La fede granata ora diventa l'unità di misura della sconfitta

Il presidente Urbano Cairo non se ne abbia. Così come tutti noi tifosi del Toro. Da fede, quella granata sta purtroppo diventando un'unità di misura. Dell'orgoglio, della passione, della bellezza? No, della sconfitta. La trasformazione o estensione è ufficiale da ieri mattina quando su due autorevoli quotidiani nazionali, Corriere della Sera e La Stampa, due autorevoli giornalisti e tifosi granata, Massimo Gramellini e Mattia Feltri, in due autorevoli rubriche una figlia dell'altra, il Caffé e Buongiorno, hanno commentato due autorevoli sconfitte diverse per schieramento, valenza e impatto. L'hanno fatto utilizzando esempi, frasi e palmares tratti dalla gloriosa e tormentata storia granata. Gramellini ha ricordato come Matteo Salvini nell'evitare ammissioni spinose sul calo di voti raccontandosi vincitore e «contitolare della Giorgia & Associati» gli ricordasse l'amatissimo mito della giovinezza di molti di noi, Eraldo Pecci. Ai tempi del Torino scudettato e dei gemelli del gol, Paolino Pulici e Ciccio Graziani, Pecci soleva dire «io, Graziani e Pulici segniamo 40 gol a stagione dimenticandosi di aggiungere che, di quei 40, 39 li segnavano gli altri due». Per certi versi più doloroso, come tutte le astinenze, il modo in cui Mattia Feltri ha usato l'unità di misura granata per analizzare il ko rimediato dal Pd di Enrico Letta. In questo caso paragonato, per durata dell'astinenza da vittoria, al digiuno di successi che accomuna tutti noi tifosi. Feltri diventò granata l'anno dopo lo scudetto, stagione '76-'77, campionato sfuggito all'ultima giornata per un punto, senza sapere che nei successivi 45 anni «tutti gli altri li avrei persi più spesso prima ancora di cominciare....».

Un po' come il Pd dal 2007, la sua riflessione.

Il Grande Torino, Valentino Mazzola, Superga, Gigi Meroni, i gemelli del gol, dolore e felicità, astinenza e pazienza, e tutto per diventare paragone, esempio, unità di misura. Di una sconfitta.

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