Fede torna a sfiorare il podio nel derby delle figlie d'arte

Brignone quarta in Val d'Isére dopo un anno di tormenti per l'operazione. Ma vince l'erede di Weirather e Hanni Wenzel, storica rivale della Quario

Fede torna a sfiorare il podio nel derby delle figlie d'arte

Val d'Isére - Aveva detto che l'obiettivo su questa pista piatta era finire nelle cinque, è finita quarta… contenta Fede? «Sì, anzi no, oppure sì dai, va bene così, ma in quell'infinito piano centrale quanto ci ho lasciato?». Federica Brignone è tornata ad annusare aria di podio, una bella sensazione, le mancava da tanto. Dopo i tormenti e i dubbi dell'ultimo anno, dopo l'operazione alla caviglia del dicembre 2012 che avrebbe dovuto tenerla lontana dalle piste un mesetto e che invece si è rivelata una specie di calvario, un risultato così ci voleva proprio. «Adesso datemi del ghiaccio però, voglio vincere, mi sento bene, pronta e matura, sono migliorata anche nei piani, sono solida nella sciata, so di poter ancora limare le linee e quindi i tempi, ma oggi battere Tina sarebbe stata un'impresa». Per la cronaca, Tina non è l'imprendibile Maze della scorsa stagione (ieri undicesima), Tina 2 di cognome fa Weirather, viene dal piccolo Liechtenstein ed è una super figlia d'arte. Papà Harti, austriaco, fu campione del mondo di discesa nel 1982 e mamma Hanni Wenzel, del Liechtenstein, oltre a tutto il resto (anche coppa del mondo generale) vinse due ori olimpici a Lake Placid nel 1980, con la sottoscritta che nell'occasione, in slalom, finì quarta a 3/100 dal podio. Ieri Fede ha perso il terzo posto per 16/100, ma non dovrà aspettare quattro anni per rifarsi, la coppa riprenderà appena dopo la pausa natalizia, il 28, a Lienz, Austria, proprio con un gigante. Sarà subito rivincita? «A Lienz sono sempre andata forte, quarta nel 2009 e seconda nel 2011, è una pista tosta, sempre buia e ghiacciata, non vedo l'ora…». Ma non sarà facile. Il gigante femminile sta regalando gare appassionanti e protagoniste sempre nuove, ieri ad esempio dietro alla Weirather (prima vittoria per lei nella specialità) è finita Lara Gut, che dopo la vittoria di Soelden era caduta due volte consecutive. Terza ecco poi la svedese Maria Pietilae-Holmner, che in gigante sul podio non era mai salita. Capofila della classifica di specialità è un'altra svedese, Jessica Lindell-Vikarby, ieri sesta dietro anche a Maria Hoefl-Riesch e davanti a Fenninger e Shiffrin, tutte atlete capaci di vincere. Con questo quarto posto, unito al settimo di Beaver Creek, Federica si è messa il cuore in pace per la qualifica olimpica, che sulla carta manca ancora a Denise Karbon, ieri diciannovesima. Sempre veloce in allenamento, Denny in gara fatica a tenere il giusto ritmo per un'intera manche, scia bene solo a tratti e sbaglia troppo. Meglio di lei ieri è andata Nadia Fanchini, come Federica troppo lenta nel tratto centrale della pista e quattordicesima alla fine. Per l'Italia molto meno bene è andato il gigante maschile dell'Alta Badia, da sempre terra di conquista per i nostri.

Nella gara dominata da Marcel Hirscher davanti ad Alexis Pinturault e al delusissimo Ted Ligety, il migliore italiano è stato Manfred Moelgg, 16°. Come detto, la coppa riprenderà dopo Natale a Lienz, gigante e slalom femminili il 28 e il 29, mentre gli uomini scieranno a Bormio in discesa il 29.

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