La faccia di Charles Leclerc non mente. E non è incoraggiante. In casa Ferrari c'è un problema, anche se a parole si cerca di minimizzare. La SF-23 salta come un canguro, riporta d'attualità quel porpoising che sembrava ormai cancellato da tutti, anche da chi come la Mercedes ne aveva sofferto da matti l'anno scorso. Mentre la Red Bull gira con una regolarità inquietante per gli avversari, la Scuderia è già alle prese con un problema che non si aspettava, dopo aver risolto in fretta quello comparso in mattinata con Sainz il cui muso si deformava ad alta velocità come dopo un urto contro un pallone di pietra. Forse Binotto che ha lasciato in eredità a Vasseur la nuova monoposto, si è dimenticato di dargli anche il libretto di istruzioni... Al box Ferrari si sono dati da fare tantissimo per capire la nuova nata. Un grande lavoro sulle altezze, compresa una lunga sosta pomeridiana che ha costretto Leclerc a fermarsi per un po', perdendo chilometri. A fine giornata Sainz (72) e Leclerc (64) non solo hanno coperto meno chilometri del solo Verstappen (157 giri e quasi 850 km) e del duo Mercedes (Hamilton 83, Russell 69), ma anche di Alfa Sauber e Williams. Ma più che i chilometri in meno è quella faccia di Leclerc a parlare.
Quanto sia preoccupante questo allarme lo scopriremo tra oggi e domani. Vasseur ha minimizzato, almeno pubblicamente: «Il porpoising è qualcosa che anche noi stiamo affrontando, come tutti gli altri, ma non è affatto come un anno fa quando la macchina rimbalzava come un canguro. Quest'anno prima della curva 1 e della curva 12 l'asfalto è molto più accidentato...». Sta di fatto che appena arrivava attorno ai 230 orari, la Ferrari cominciava a saltare e continuava a farlo anche in curva. L'impressione è che alla fine gli uomini in rosso siano arrivati a trovare una soluzione accettabile, ma la differenza dallo scorso anno è netta: la SF-75 andava velocissima appena metteva le ruote sull'asfalto. Non aveva bisogno di molti interventi, di correzioni in corsa. Filava via veloce da subito. Poi si rompeva spesso, ma questo era un altro problema.
A sorridere dopo il primo giorno di scuola è stato soprattutto Verstappen e non solo per il miglior tempo (comunque migliore di quello dello scorso anno). La sua RB19 non ha avuto il minimo problema. Non è nata bene, è nata benissimo.
Intanto è stata svelata la prima piccola rivoluzione di Vasseur: il responsabile delle strategie al muretto della Ferrari diventa l'ingegnere indiano Ravin Jain, che prenderà posto al muretto alla prima gara della stagione sostituendo Inaki Rueda che resterà invece a Maranello
lasciando le strategie. Come aveva detto Vasseur? «La responsabilità non è necessariamente dell'ultimo uomo che schiaccia il bottone, ma è tutto il sistema da valutare». A fine valutazione paga chi schiacciava il bottone.
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