Per il Giappone è il periodo dei ciliegi in fiore. Sakura ci spiegherebbe Yuki Tsunoda, l'unico pilota giapponese ancora in circolazione. Ne esistono 226 varietà. A noi bastano le ciliegie di Vignola, le Ferrovia e quelle del Trentino per essere contenti. E dalle parti di Vignola che non è molto lontana da Maranello, sperano che continui un'altra fioritura, quella cominciata a sorpresa in Australia. Per la Ferrari è tornato il periodo dei sogni. Rinforzato dalle parole di Fred Vasseur che, dopo aver parlato apertamente di Mondiale Costruttori al Tg1, ha aggiunto: «Andiamo in Giappone sull'onda dell'entusiasmo dopo la doppietta in Australia. Crediamo di avere un pacchetto competitivo, ma sappiamo anche che per riuscire a battere i nostri rivali bisogna essere perfetti. Ma ci siamo preparati bene a casa e siamo determinati a giocarci le nostre carte». È una Ferrari che corre con un obiettivo in testa. E questo fa già un'enorme differenza con il passato recente in cui si entrava in un weekend pensando prima di tutto a limitare i danni. La Ferrari allegriana si è trasformata in una Ferrari sacchiana se vogliamo buttarci in un paragone calcistico. In Giappone, poi, la Ferrari non vince da 20 anni: l'ultimo fu Schumacher nel 2004.
Quest'anno il gran premio giapponese si corre in primavera, a inizio campionato, per rendere meno costose (e inquinanti) le trasferte. Un cambiamento importante, per il meteo che si troverà e soprattutto perché Suzuka, una delle piste più belle del campionato, una delle preferite dai piloti, è una pista che dà delle indicazioni precise sullo stato di salute delle monoposto. E una cosa era fare questo check-up a ottobre-novembre, un'altra arrivarci alla quarta gara stagionale. È un po' come un exit poll elettorale. Fa capire come andrà a finire. Domenica all'alba (si parte alle 7) sapremo se in Australia abbiamo avuto un abbaglio o se era davvero l'inizio di una storia imprevista. Se la Ferrari resterà vicina alla Red Bull ci sarà da divertirsi. E allora potremo dire gioia. E non abbiamo detto noia.
Ma la Ferrari si attende anche un'altra risposta da Charles Leclerc. Il futuro gelataio milanese (presto inaugurerà un locale che si chiamerà LEC) deve rispondere a Carlos Sainz che fin qui gli è sempre arrivato davanti (quando è stato al via). Charles deve darsi una mossa cominciando dalle qualifiche dove ultimamente ha commesso troppi errori. Verstappen si è preso le prime tre pole stagionali e da 9 anni non succede che qualcuno riesca a calare il poker nelle prime quattro gare stagionali. Charles deve cercare di bloccare prima Max e poi Carlos. Deve riconquistare il centro del villaggio, riprendersi la scena prima che arrivi Hamilton.
È andato a Bali a rilassarsi e ricaricarsi. Ma deve capire che non può esagerare. Un altro errore sarebbe un piccolo grande guaio. Sogna, ragazzo, sogna gli canterebbero Vecchioni e Alfa. Ma occhio a Sainz che potrebbe rubargli anche questo sogno.
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