In Red Bull ormai cominciano a pensare di poterle vincere tutte e ventidue. Sono già oltre metà strada (12 su 22) e stanno festeggiando sul tetto. Gli altri restano alcuni piani più in basso, qualcuno addirittura in cantina. Una delle migliori Ferrari della stagione, con un passo costante e sempre migliore della Mercedes, ha chiuso comunque a più di 32 secondi dal vincitore.
L'unico avversario di Max Verstappen ormai è il suo ingegnere. Gianpiero Lambiase, l'italiano nato a Londra che lo dirige dai box, ha cercato di riprenderlo un paio di volte, fino ad arrivare a dirgli di «guidare con la testa» e non sforzare troppo le gomme. Il botta e risposta tra Max e il suo ingegnere ha spezzato la noia di un gran premio del Belgio che là davanti non ha riservato troppe emozioni, nonostante ad un certo punto sia arrivata anche la pioggia. Perez è saltato davanti a Leclerc alla fine del Kemmel e al 17° giro Verstappen, che scattava dal sesto posto, era già in testa ed ha cominciato la sua fuga solitaria. Alla fine ha tagliato il traguardo con oltre 22 di vantaggio sul suo compagno di squadra. Praticamente mezzo secondo a giro. Imbarazzante. Per gli altri ovviamente. È alla decima vittoria stagionale, la dodicesima in dodici gare per la Red Bull che ha completato la festa con la quinta doppietta. Un dominio che purtroppo si era intuito fin dalla prima gara dell'anno a marzo.
Sul podio con la coppia Red Bull è salito per la terza volta quest'anno Charles Leclerc con la Ferrari. Curioso che Charles abbia raggiunto il podio nei tre weekend che comprendevano la gara sprint, quasi a confermare che la Scuderia ci guadagna quando si prova poco in pista. «Siamo ben preparati quando in pista si prova meno ha ammesso Vasseur Non siamo campioni del mondo oggi, ma non siamo neppure così scarsi come qualcuno sostiene». Prima del via Charles aveva detto che sarebbe stato contento in caso di vittoria, un po' meno contento in caso di podio e per nulla contento se fosse finito fuori dal podio. Ha fatto il massimo che poteva permettergli la Ferrari di oggi. «Onestamente pensavo che saremmo andati meglio a Budapest che qui. Dobbiamo lavorare ancora perché la Red Bull in gara può spingere dall'inizio alla fine, noi invece dobbiamo pensare a gestire le gomme», il parere di Charles. Non si può festeggiare se si arriva a oltre 32 dal vincitore. Ma la Ferrari deve accontentarsi di esser tornata davanti a Mercedes, McLaren e Aston Martin. La Scuderia ha azzeccato la strategia, non ha commesso errori ai box, ha avuto un passo migliore della Mercedes che pure aveva portato delle novità in pista. Hamilton non ha mai insidiato Leclerc e alla fine, quando ha capito che il podio era fuori portata, si è fermato ai box per montare gomme fresche e togliere a Max il punticino del giro più veloce. Norris aveva una McLaren con un assetto da bagnato che non lo ha certo aiutato. Alonso ha fatto il massimo che poteva chiudendo davanti a Russell.
L'unico ferrarista ad andarsene a casa con il broncio è Sainz che al via, stretto tra Hamilton e Piastri si è toccato con la McLaren. Un incidente di gara che spesso si è visto da quelle parti.
Ma lo squarcio nella pancia della sua Ferrari lo ha costretto a ritirarsi dopo aver sofferto per 24 giri (Piastri si era ritirato subito). Dovrà attendere per partecipare alla mini resurrezione rossa. Sempre che duri anche dopo la sosta.
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