
Per fortuna che c'è Kimi Antonelli. Solo questo diciottenne bolognese con i riccioloni dorati e la velocità nel sangue, riesce a dare un senso alle alzatacce dei tifosi italiani per seguire il Gran premio del Giappone. Perché se fosse per la Ferrari sarebbe meglio restare a nanna e continuare a sognare. Magari lì le rosse riuscirebbero pure a vincere. Nella realtà la Ferrari di Leclerc si prende 16 secondi da Verstappen e quella di Hamilton più di 29, la moltiplicazione quasi esatta dei tre decimi rimediati in qualifica moltiplicati per i 53 giri di una gara noiosa come il famoso film sulla corazzata citato da Fantozzi. Tra i primi 10 al via solo Hamilton ha guadagnato una posizione su Hadjar, ma la Ferrari non è messa così male da non riuscire a passare neppure una Racing Bull. Per il resto la colonna ha viaggiato compatta dall'inizio alla fine con l'unico sussulto in classifica causato dal cambio gomme obbligatorio. Ed è stato ritardando il suo stop che Kimi Antonelli è stato in testa dal 22° al 31° giro, diventando il pilota più giovane a guidare un gran premio e poi il più giovane a stabilire il giro veloce. Non è riuscito a strappare a Max il record di vincitore più giovane che resterà imbattuto ancora per un bel pezzo, ma ha già scritto i primi capitoli di una storia che può diventare entusiasmante. Alla terza gara della sua vita, la prima a Suzuka, ha già dimostrato di poter tenere il ritmo di Russell: «Anch'io sono rimasto sorpreso dal mio passo, ho dato tutto». Ha chiuso al sesto posto, a punti per la terza volta di fila. Toto Wolff che non era in Giappone, ha vinto la sua scommessa. Kimi è il futuro, Hamilton il passato.
Il presente invece è tutto di Max. Anche in gara il miglior pilota ha battuto le migliori macchine. Ha riprodotto per 53 giri la magia realizzata in qualifica. Norris ci ha provato solo nel momento sbagliato, affiancandolo all'uscita dei box con due ruote sull'erba. Ha anche provato a lamentarsi: «Mi ha spinto sull'erba!» ha gridato via radio. I commissari hanno preso nota, analizzato l'episodio e lasciato giustamente correre. Piastri ha cercato di far capire ai box che lui aveva il ritmo per andare a caccia di Max, ma non gli hanno dato retta preferendo una domenica tranquilla. Emozioni zero. Un po' come per i ferraristi. «Non posso sorridere quando va tutto al meglio, ma arriviamo solo quarti», dice con una faccia che racconta molto di più Leclerc.
Hamilton ha provato ad inventarsi qualcosa partendo con gomme dure ma ne è uscita solo una «gara solida, nulla di spettacolare». Come dice Vasseur: «Prima di portare aggiornamenti e alzare il livello di prestazioni dobbiamo sistemare i problemi di bilanciamento». Siamo sempre al «dobbiamo capire». E domenica si corre ancora in Bahrain.
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