nostro inviato a Budapest
La F1 ha perso il romanticismo il primo maggio 1994, Imola, Senna, curva del Tamburello. Da quel giorno solo vittorie, sconfitte, imprese, disastri, però nessun vero cedimento al cuore. Ieri, invece, volendo e concentrandosi, un briciolo di cuore c'è stato. Indotto, involontario, arrivato per caso, ma non sfuggito ai più romantici. Il tedesco Sebastian Vettel sull'italoemiliana Ferrari ha conservato e salvato, almeno per un altro po', il record assoluto di pole che l'enorme tedesco Michael Schumacher, sulla meravigliosa italoemiliana Ferrari dei cinque titoli di fila, aveva conquistato tanti anni fa. Sessantotto partenze davanti a tutti per lo sfortunato kaiser germanico. Lewis Hamilton con i suoi catenoni e orecchini e tatuaggi, grazie all'impresa di Seb e Kimi, ieri è rimasto a quota 67. In certi giorni, sono cose belle.
Prima fila rampante, dunque. La terza dell'anno dopo quella di Sochi e Monte Carlo. Nel Principato arrivava dopo sedici anni, qui è giunta dopo tredici. Mondiale che al giro di boa riparte con il crucco e l'inglese staccati di un punto. Anche la pole del Cavallino mancava in questo Gran premio dal 2004, quando proprio Schumi e gregario Barrichello si erano issati davanti a tutti. Un'infilata di pensieri belli che si incricca solo un po' all'idea che possa essere vera l'indiscrezione circolata ieri qui nel circuito magiaro: Vettel e Raikkonen verso la riconferma. Ufficializzazione prevista per il Gran premio di casa, a Monza, in un tripudio di bei sentimenti e tifo nazionalpopolare. Bene per Vettel, campione indiscusso, inquietante, se fosse vera, per Raikkonen, ex campione ora discusso. Perché se la Ferrari davvero vuole competere con la Mercedes di oggi e magari una rediviva Red Bull, deve necessariamente armarsi di materiale umano anche da mettere al volante. Va bene i giochi di squadra, va bene gli ordini di scuderia anche se poi Kimi, a ben vedere, da ex fuoriclasse qual è, li digerisce sempre male e difficilmente, se è sveglio, cede il passo con arrendevolezza. Per cui perché mai proseguire oltre con il nordico, quando altri hanno Bottas, hanno Verstappen, hanno giovani vogliosi di menare sberle e la Ferrari ha il giovane prodigio Charles Leclerc che fa l'Hamilton in F2 e un ottimo Giovinazzi da gettare nella mischia?
Si vedrà. Si saprà. Intanto, consiglio spassionato, godiamoci la prima fila davanti alle due Mercedes (Bottas a 2 decimi e mezzo, poi Hamilton) e le due Red Bull (Verstappen e Ricciardo) e accantoniamo l'inquietante possibile doppio rinnovo. «Zero problemi, tutto ok a parte il sottoscritto che ha esagerato nel secondo tentativo», dice a proposito Seb, rivelando perché non sia riuscito a migliorare nel secondo tentativo del Q3. Dopodiché, addio «all'insalata mista» di cui aveva parlato il giorno prima riferendosi alle prestazioni altalenanti della Rossa per via delle ultime soluzioni aerodinamiche e il nuovo fondo (provate al mattino dal tedesco e al pomeriggio da Kimi), e spazio a qualche sassolino da togliersi dalle scarpette rosse: «Bello che ci sia davanti anche Kimi (volevo la pole, peccato), in questo modo ci siamo rifatti delle molte critiche ricevute dopo Silverstone... La verità è che a volte si parla troppo». La verità è anche che a Silverstone era andata male punto e basta: terzo Raikkonen, settimo Seb. «Noi continuiamo a lavorare, non c'è alcun segreto dietro questo risultato, e poi aspettiamo la gara», conclude il quattro volte iridato.
Concetto su cui è vistosamente allineato il team principal Arrivabene, «siamo solo al 30% del lavoro e poi dobbiamo riuscire ad avere una macchina che vada bene su tutte le piste...». Anche perché, se le indiscrezioni verranno confermate, a Raikkonen servirà perfetta e molto, molto veloce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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