La piccola Force India è diventata nelle ultime settimane grattacapo un po' per tutti in Formula 1: analizziamoli in ordine.
Il fondatore Vijay Mallya ha lasciato la squadra finanziariamente a pezzi, cosi Lawrence Stroll si è fatto avanti con una cordata per salvarla grazie alla spinta di Perez, che l’ha di fatto portata all’amministrazione controllata rendendone possibile l’acquisto.
Il tutto però ha stizzito non poco Dmitry Mazepin, padre del test driver Force India Nikita Mazepin e capo dell’azienda Uralkali, che si era dimostrato interessato a subentrare a Mallya probabilmente per assicurare anche lui un sedile al figlio.
L’uomo d’affari russo ha tuonato accusando che alla scuderia in rosa “si sono rifiutati di impegnarsi” e “non hanno risposto alle telefonate e alle e-mail: il processo condotto dall’amministratore potrebbe non essere nel migliore interesse dei creditori della Force India e di altre parti interessate, e dello sport in generale”.
Intanto, grattacapi per FIA e FOM che hanno rischiato di vedere la griglia di partenza perdere due vetture competitive per problemi burocratici: cosi la FIA ha lavorato alacremente per garantire la miglior transizione dal nuovo al vecchio team, cercando un compromesso al subentro.
Infatti, secondo i regolamenti, la nuova scuderia chiamata provvisoriamente Racing Point Force India perde tutti i punti raccolti sinora raccolti dalla Force India Formula One Team Limited, essendo di fatto una nuova società/scuderia.
Come compromesso e grazie all’accordo con tutti i partecipanti alla FOM, la scuderia ora nelle mani di Stroll conserverà le entrate monetarie derivanti dalla partecipazione al campionato della precedente compagine, in modo da garantire un minimo di respiro finanziario ad essa.
L’azzeramento dei punti in classifica costruttori elimina un grosso competitore tra le medie scuderie, dove la precedente Force India al termine del Gran Premio d’Ungheria, forte dei suoi 59 punti, si trovava sesta davanti a McLaren, Toro Rosso e a ridosso della Haas.
Si passa poi alla questione team principal: il precedente vice Robert Fernley che ha fatto miracoli con quanto a disposizione, è stato sostituito dal nuovo direttore operativo, Otmar Szafnauer.
Ultimo grosso grattacapo, la questione piloti: è innegabile che l’ingresso di Stroll, oltre alla sua passione per i motori, sia una mossa atta a garantire un volante competitivo per il figlio. Il quale vorrebbe il prima possibile abbandonare la nave che affonda chiamata Williams.
Alla vigilia del GP di Spa, il Ceo Szafnauer ha confermato le voci, dichiarando che "a Monza correranno sicuramente ancora Perez e Ocon, poi qualcosa potrebbe cambiare".
La girandola di sedili a due terzi di stagione vedrebbe infatti Stroll prendere il posto di Ocon al fianco di Perez: il pilota francese che corre sotto l’ala Mercedes si troverebbe appiedato perché la proposta del motorista tedesco di trasformare Williams in un junior team parrebbe respinta da Sir Frank.
La scuderia inglese, per arginare la perdita del pilota canadese Stroll, potrebbe mettere al volante Kubica, nell’attesa di far correre il russo Artem Markelov: la valigia portata dai due giovani piloti russi garantirebbe alla Williams la sopravvivenza come scuderia indipendente.
Ocon era stato anche accostato alla McLaren almeno per il finale 2018, ma la scuderia di Woking sembrerebbe puntare sul giovane pupillo Lando Norris, come dimostrato dalla prove libere n.1 del venerdi. Norris che messo in competizione con Vandoorne il quale andrebbe a sostituire, è riuscito a battere: per il pilota di casa a Spa la situazione sembra peggiorare sempre più, con la possibilità reale di trovarsi a piedi nel 2019.
Vandoorne, campione GP2 nel 2015, rischierebbe di diventare in fretta una promessa fallita della Formula 1.Ora si tratta di attendere Monza, per capire il delinearsi di questo piccolo terremoto che di fatto ha reso frizzante quella che normalmente è una sonnecchiante estate per la Formula 1.
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